Film con costumi creati dai designer
Alcuni dei film più famosi della storia del cinema hanno costumi realizzati da famosi designer
Il sodalizio fra moda e cinema è più stretto di quanto si possa pensare. I costumi rappresentano infatti una parte fondamentale nelle produzioni cinematografiche, tanto da avere un premio dedicato anche agli Oscar. Una suggestione fatta di tessuti e colori, che sul grande schermo amplifica l'ego dei personaggi, e contribuisce a rendere il film più vero e reale. Se da una parte Hollywood può contare su un consistente numero di costumisti, esiste una realtà più di nicchia in cui a realizzare gli abiti di scena sono grandi nomi della couture, designer come Coco Chanel, Yves Saint Laurent e Pierre Balmain, che con la loro arte hanno contribuito a rendere un film indimenticabile. Dal tubino nero che Hubert de Givenchy disegnò per Audrey Hepburn in Colazione da Tiffany, alle divise spaziali in maglia metallica di Paco Rabanne indossate da Jane Fonda in Barbarella, ecco i film con costumi realizzati da famosi designer.
Piace a troppi (1956) - Pierre Balmain
Piace a Troppi, noto anche come E Dio Creò la Donna, è un film di Roger Vadim con protagonisti Brigitte Bardot e Jean-Louis Trintignant. Juliette, interpretata dalla Bardot, è una donna bellissima e sensuale, indipendente e senza inibizioni, che dopo aver lasciato l'orfanotrofio in cui ha vissuto si ritrova in un piccolo villaggio di pescatori sulla Costa Azzurra, creando scompiglio nella vita serena e tranquilla degli abitanti. A vestirla accrescendo la sua fama di sex symbol internazionale è Pierre Balmain, che per lei crea abiti a clessidra, gonne morbide ma strette in vita e ampie camice dal taglio maschile indossate come vestiti. Il film è diventato iconico, e tanta è stata la fama riscossa che il paesino francese in cui è stato girato, all'epoca quasi sconosciuto, è oggi fra le mete turistiche più amate al mondo: Saint Tropez.
Colazione da Tiffany (1961) - Hubert de Givenchy
Con Colazione da Tiffany, il regista Blake Edwards ha creato il mito di Audrey Hepburn. Tratto dall'omonimo romanzo di Truman Capote, il film segue le vicende di Holly Golightly, una ragazza che aspira a una vita di lusso e agi, sperando nella fortuna di un matrimonio d'interesse. Raffinata, elegante, e viveur per eccellenza, la figura di Holly è resa ancora più leggendaria dagli abiti di Hubert de Givenchy. Il couturier, con cui la Hepburn stringerà una lunga e sincera amicizia, è infatti l'artefice del celebre tubino nero che appare nella prima scena del film, in cui Holly - brioche e cappuccino in mano, occhiali da sole e appariscenti gioielli - cammina in una New York ancora addormentata per consumare la sua colazione davanti alle vetrine di Tiffany.
L'anno scorso a Marienbad (1961) - Coco Chanel
Come poter valorizzare la bellezza e la texture di un abito in un film in bianco e nero? A rispondere è Coco Chanel, che nel 1961 realizza i costumi per il film di Alain Resnais L'anno scorso a Marienbad, con la bellissima Delphine Seyrig. Piume, chiffon e broccato rivelano le loro consistenze anche in assenza di colore, puntando sull'importanza del volume, della leggerezza e del movimento. Tratto dall'opera L'invenzione di Morel di Adolfo Bioy Casares, il film è ambientato in un sontuoso palazzo della Baviera, dove una serata teatrale si trasforma in un nostalgico viaggio nella memoria della protagonista.
Bella di Giorno (1967) - Yves Saint Laurent
Quello fra Catherine Deneuve e Yves Saint Laurent è stato uno dei più celebri legami fra musa e artista nella storia della moda. Nella sua magistrale interpretazione di Séverine in Bella di Giorno di Luis Buñuel, la Deneuve sfoggia un meraviglioso guardaroba interamente firmato Saint Laurent: tubini, cappotti dal taglio a campana, linee pulite e design sobri ed eleganti caratterizzano lo stile del personaggio, tanto ambiguo quanto affascinante. A un anno dal matrimonio, Séverine è intrappolata nella noia e nella repressione del desiderio, che passa i suoi pomeriggi in una casa chiusa incontrando uomini con il soprannome Bella di Giorno. Fra i manifesti del cinema di Buñuel, il film vinse il Leone D'Oro nella 32ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia.
Barbarella (1968) - Paco Rabanne
Dopo Brigitte Bardot, il regista Roger Vadim dirige una stupenda Jane Fonda nel film Barbarella, dove l'attrice interpreta un'astronauta del 41esimo secolo che viaggia nello spazio alla ricerca di uno scienziato scomparso. Creare dei costumi che avessero un'estetica futuristica ma al contempo primitiva per accentuare la personalità disinibita di Barbarella era un'impresa che richiedeva il genio di un designer visionario e rivoluzionario: Paco Rabanne. Per Jane Fonda vennero creati corpetti rigidi e scultorei, modellati sul corpo dell'attrice. Non mancano crop top e minigonne in maglia metallica, materiale emblema della maison, cui si abbinavano stivali al ginocchio con alto plateau.
Maîtresse (1976) - Karl Lagerfeld
Con Gérard Depardieu e Bulle Ogier, il film di Barbet Schroeder racconta la vita della dominatrice Ariane, inizialmente travolta da un vortice di amanti, che scopre invece il sentimento grazie all'incontro con Olivier. A disegnare i costumi di scena è Karl Lagerfeld, che prende ispirazione dall'abbigliamento bondage. Molti sono i capi in latex, attillati, i bustier e i guanti lunghi in pelle, in una vivace reinterpretazione della sessualità femminile. In onore del designer scomparso nel 2019, Silvia Venturini Fendi, che per anni ha lavorato a fianco di Lagerfeld, lo ha omaggiato nella sfilata autunno inverno 2021 della maison romana, portando il suo team a una visione privata del film prima dello show.
American Gigolò (1980) - Giorgio Armani
Diretto da Paul Schrader, American Gigolò è un film che ha plasmato l'ideale di moda maschile degli anni 80 e 90. Con Richard Gere nei panni del gigolò Julian Kay e una stupenda Lauren Hutton, il film ha un costumista d'eccezione: Giorgio Armani. A lui si deve il guardoroba elegantissimo del protagonista, con completi sartoriali, cappotti cammello, pantaloni in lino bianchi e camicie leggere. I colori sono neutri, blu, bianco, grigio, nero, in puro stile Armani. Il successo riscosso dal film e dai costumi è stato talmente grande che per molti anni l'abito maschile sfoggiato da Richard Gere è stato ribattezzato come “American Gigolò suit”.
Romeo + Giulietta (1996) - Prada
Baz Luhrmann ha realizzato uno degli adattamenti meglio riusciti della tragedia shakespeariana, paragonabile per valore cinematografico e artistico solo alla versione di Franco Zeffirelli del 1968. Leonardo DiCaprio e Claire Danes interpretano “gli amanti nati sotto stelle avverse”, catapultati dalla pittoresca Italia cinquecentesca a una scatenata e postmoderna Verona Beach, ricalcata sul profilo di una Miami anni 90. Alla classica opulenza delle corti europee, Luhrmann sceglie il minimalismo chic di Miuccia Prada, che per il film disegna non solo gli outfit romantici di Giulietta, tra cui l'abito bianco con ali d'angelo che segna il primo e fatale incontro con Romeo, ma anche quello del suo innamorato, in camicie con maniche a tre quarti, stampe psichedeliche e completi dall'estetica navy.
Io Sono L'Amore (2009) - Raf Simons per Jil Sander
Luca Guadagnigno è un abile narratore dell'amore intimo e segreto, una qualità che gli è valsa un successo internazionale grazie a Chiamami col tuo nome (2017) con Timothée Chalamet e Armie Hammer. In Io sono l'amore, Tilda Swinton interpreta Emma Recchi, una donna insoddisfatta del proprio matrimonio, che eclissa se stessa per rispettare il ruolo di madre, moglie e padrona di casa perfetta. Tutto il suo mondo viene sconvolto dall'incontro con il cuoco Antonio, dal quale nasce un amore profondo e travolgente. Incapace di manifestare a pieno i suoi sentimenti, Emma si esprime attraverso l'abbigliamento, creato per lei da Raf Simons per Jil Sander. Scarlatto, vinaccia, bordeaux - le tonalità di rosso si susseguono come messaggeri di una passione sopita ma mai scomparsa, declinandosi su eleganti tubini e abbinati a borse di Hermès - trasformando un vestito in una dimensione in cui evadere.
Il Cigno Nero (2010) - Rodarte
Thriller psicologico in cui mania e ossessione si sviluppano sulle note di un fiabesco Tchaikovsky, Il Cigno Nero è complesso e al tempo stesso bellissimo. Con la regia di Darren Aronofsky e con protagonista Natalie Portman, il film segue le vicende di una ballerina classica, Nina Sayers, dotata di una grande talento artistico ma al contempo sconvolta da disturbi di personalità. Scelta come nuova prima ballerina della sua compagnia, Nina è chiamata a interpretare Odette, principessa de Il Lago dei Cigni. Una favola che si trasforma in un vortice di psicosi e allucinazioni, in cui il candore e la bontà del cigno bianco si alternano alla malvagità del cigno nero, sul palcoscenico come nella mente di Nina. A realizzare i meravigliosi costumi di Natalie Portman sono Kate e Laura Mulleavy, sorelle fondatrici del brand Rodarte, alle quali si devono gli abiti di scena della Portman nonché i bellissimi tutù, uno bianco e uno nero, indossati dalla protagonista.
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