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Acido ialuronico: ecco i punti del viso dove agisce meglio contro le rughe

Ah, le iniezioni di acido ialuronico al viso: tutti le conoscono, molte le fanno - per stimolare la formazione del collagene o per un’azione resculpting dell’ovale – ma pochi prestano attenzione a in quali parti del viso sono eseguite.

«Sembra un dettaglio, in realtà esistono dieci punti focali: si chiamano Trigger Point, e coincidono con le zone del volto dove comincia a manifestarsi prima il deficit tessutale e, quindi, rughe e invecchiamento», dice Marco Iera, chirurgo plastico presso Istituto Clinico Brera a Milano, che da anni studia questo metodo, in grado di unire diverse impostazioni estetiche.

I Trigger Point dove viene iniettato l'acido ialuronico «Sono due in ogni area, per l’esattezza uno sul lato destro e l’altro, in modo simmetrico, a sinistra, ognuno della lunghezza di circa due centimetri: sulle tempie, lungo il solco lacrimale, agli angoli della bocca, sulle guance e ai lati della mandibola».

In particolare, se si interviene sulle tempie, l’effetto è “wow” per lo sguardo: le sopracciglia si alzano e le palpebre sono più aperte. «Come se fosse un mini-lifting, con il vantaggio di eseguire a un trattamento soft e poco invasivo di acido ialuronico», continua il chirurgo. «Il risultato è naturale e dura in media sei-otto mesi solo con una seduta».

Il giorno seguente può formarsi qualche ecchimosi ma scompare rapidamente: bisogna, però, stare attenti a non sottoporsi a sforzi eccessivi (no alla palestra e all’attività fisica) e a fonti eccessive di calore, come la sauna e il bagno turco.

La tecnica è su misura e personalizzabile: può essere eseguita su tutti i punti oppure solo su un’area. «Dipende dal risultato che si vuole ottenere e dalle condizioni della struttura cutanea», aggiunge lo specialista. «L’intervento nella zona sopraccigliare è molto richiesto, ma pure lungo o sotto gli occhi, dove si formano le occhiaie».

Anche l’obiettivo è diverso: può essere ristrutturante e rivitalizzante (in questo caso l’acido ialuronico è mescolato a vitamine e amminoacidi), oppure repulp. «Le iniezioni sono più o meno profonde (superficiali se servono solo per idratare e dare sostegno al viso, fino all’osso quando regalano maggior volume): in tutti i modi non sono dolorose, né traumatiche, dal momento che prima si applica la crema anestetica», precisa Marco Iera.

«Ma il plus di questa metodica è che i Trigger Point sono davvero molto sensibili e manifestano una reazione molto più attiva di qualunque altra parte del volto». In linea con il concept del ritocco sempre più naturale, poco visibile e segue il trend dell’human preservation, che continua ad affermarsi in tutta Europa. Sì a ritardare l’invecchiamento, ma senza stravolgere i lineamenti e cercando di avere un’aria più fresca e riposata.



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