Maria Callas: lo stile dell'icona fashion
Maria Callas è un'icona di talento, fascino ed eleganza intramontabili
Un vero artista trascende la sua opera, gli sopravvive e a un tratto se ne distacca, diventando di per se stesso un capolavoro. Maria Callas è una voce dietro la voce, è la donna attraverso cui Medea, Carmen, Violetta hanno vissuto su un palco toccando l'acme della loro rappresentazione. Fra tutti gli appellativi che le sono stati dati, uno solo le è rimasto: Divina. Sì, perché divino è ciò che tocca dall'esterno, una potenza che perturba l'animo, in grado di sconvolgere le certezze per porle di fronte a un grande e insormontabile dubbio. Rivolgersi a Maria Callas come a un'entità incorporea è consuetudine per gli amanti del bel canto e per i cosiddetti ‘profani’ che, di fronte a una sua interpretazione di Catalani, Bellini, Saint-Saëns, sono sempre più prossimi alla conversione.
Matronale nei primi anni della carriera, bordata di imponenti creazioni sartoriali, la Callas si schiude abbandonando il bozzolo di un'apparenza scomoda per trasfigurarsi in una silfide in completo Biki, essenziale come una gonna a matita, una giacca stretta in vita, un filo immancabile di rossetto scuro. A teatro, falpalà celesti e rosa per Rosina del Barbiere di Siviglia, un mantello di volpe la rende Anna Bolena diretta da Gavazzeni, una tunica di seta bianca e un velo di chiffon fra i capelli ed è La vestale di Spontini. Lapin bianco con strascico di code di ermellino per Fedora, abito dipinto a mano da Salvatore Fiume le conferisce la rabbia di Medea, kimono in seta per Madama Butterfly, raso rosso e una parure di rubini e perle disegnata da Lila De Nobili e realizzata da Swarovski per La Traviata.
Luchino Visconti sistema le camelie sul palco, le aggiusta nei suoi capelli nel dietro le quinte de La Scala, mentre Elvira Bouyeure Leonardi, nipote di Puccini, la tramuta nell'immagine vivente del culto del New Look professato da Christian Dior. L'opulenza si trasforma in un pantalone a sigaretta con camicia bianca e foulard in tulle legato al collo, il guanto al polso, di giorno e di sera, il tacco basso dalla punta sottile, un'austerità così minimale da essere perfetta dietro le lenti scure di un paio di occhiali da sole. Mediterranea nella sua bellezza così spudorata, dai tratti netti e decisi, priva di quella indulgente grazia delle dive di Hollywood ma carica del pathos del meridione, Maria è una tavolozza di blu, bianco, nero, è il capello raccolto e mai lasciato libero - troppo impeto e troppa passione in una chioma sciolta, per i flash si conserva il riserbo.
Lo stile della Callas è emblematico della sua costante ricerca della perfezione, un'Odissea logorante che nel distruggerla l'ha resa un mito. La voce di Maria Callas si ricorda anche se non la si è mai sentita, la si vede e la si ascolta nella propria immaginazione senza che questo la renda meno viva, meno reale. Forse per questo, per vestirsi come protagonista della sua vita, ha scelto la semplicità. Perché la vista non serve. Per udirla, per conoscerla davvero, basta mettere la musica e chiudere gli occhi.
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