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Ascolta, gli oggetti parlano

Gli oggetti hanno una loro voce, una sorta di musicalità che risuona in noi a seconda del nostro stato d’animo, del contesto sociale nel quale abbiamo vissuto. La forma di una sedia, di un cucchiaio o di una brocca per l’acqua ci provoca una reazione di piacere o di fastidio. Quello che riteniamo bello è il risultato di un’emozione. L’energia impiegata per l’ideazione e lo sviluppo di un progetto che si fa concreto e tangibile si condensa e diventa un punto esclamativo, un moto di fugace entusiasmo. La rappresentazione della moda e del design, perfino del packaging dei biscotti, si basa su tutto questo. 

Premesso ciò, a volte l’esistenza di chi lavora nella moda come me è ancora più complessa: avere a che fare con gli oggetti ed essere animisti comporta un grande impegno quotidiano, ma è anche divertente. Si finisce con il parlare a una gonna o a sentire il richiamo di aiuto di una scarpa che è stata separata dalla compagna nella confusione di un guardaroba disordinato. Potrei soffrire per una vestaglia vittima del lavaggio sbagliato e improvvisamente scolorita: quel punto di rosso squillante mi ricorda la felicità ogni mattina. 

“In the Darkened Room”, 2012. Entrambe le opere sono dell’artista Katja Oxman, che nelle sue acqueforti costruisce piccoli mondi fatti degli oggetti più disparati (libri, cartoline, piume, frutti) disposti su tappeti orientali.
“In the Darkened Room”, 2012. Entrambe le opere sono dell’artista Katja Oxman, che nelle sue acqueforti costruisce piccoli mondi fatti degli oggetti più disparati (libri, cartoline, piume, frutti) disposti su tappeti orientali.

Ci sono borse che per il design o il materiale rasentano la perfezione di un’opera d’arte, stanno bene in libreria. Così come quei sandali dai tacchi alti e sottili o con i decori barocchi: non potrei camminarci davvero, ma stanno in bella vista sulla mensola dove conservo una corona in plastica da regina, due sassi, uno rosa e uno verde, un abat-jour con i cristalli, un ventilatore degli anni 40, una candela rossa a forma di cuore e una menorah in miniatura. Appunti, disegni e inviti sono trattenuti da una preziosa cintura in argento del Rajasthan.

(Continua)

In apertura: “Held Slanting in the Sky”, 2015.

Leggete l'articolo integrale sul numero di luglio/agosto di Vogue Italia, in edicola dal 23 luglio



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