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Il punto di vista di Casa Vogue: Sedia Plato di Magis

Era il 1988 quando Giulio Cappellini presentava la Thinking Man’s Chair (il prototipo era del 1986) e il suo creatore Jasper Morrison. In questi 30 anni e più il designer londinese (1959) non ha mai smesso di ragionare sul tema della seduta, tanto che, così a spanne, di suoi progetti se ne possono contare a oggi una cinquantina. Tutti nel segno non tanto della ricerca della novità assoluta, ma dell’archetipo, dell’essenza dell’oggetto “sedia”, di quel fattore comune (l’idea che si esprime nella funzione) che si potrebbe definire, in termini più o meno platonici, “sedietà”. 

Plato, Magis
Plato, Magis

Guardatele, ognuna diversa, indubitabilmente nuova, eppure carica di echi al punto che non ce n’è una che non faccia pensare: “Dove l’ho già vista?”. È il meraviglioso che si nasconde nel normale l’obiettivo della ricerca di Morrison. L’ultima (per ora) seduta del designer si chiama Plato e forse il riferimento al filosofo greco si può spiegare con quella ricerca dell’essenza primigenia di cui sopra. A realizzarla è ancora una volta la veneta Magis con cui Morrison intrattiene da tempo una proficua collaborazione, avendo firmato oltre alla sedie Pipe con struttura in tubo d’alluminio anche la collezione Air (in polipropilene e fibra di vetro) da esterno, destinazione d’uso propria anche della Plato.

Impilabile come le sorelle è realizzata in pressofusione di alluminio dipinto a polvere poliestere. C’è anche la versione con braccioli. 6 i colori disponibili. E per ammorbidire l’impatto con la seduta c’è in optional un cuscino ricoperto con eleganti tessuti (in tinta unita) firmati Kvadrat.



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