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Sarabande Foundation: Auroboros e la biomimetica

Nel caso del giovane brand d’avanguardia Auroboros, ospite della Sarabande Foundation di Alexander McQueen, la riscoperta assume tutti i tratti di una piccola, potenziale rivoluzione all’interno del fashion system: fondato da Paula Sello e Alissa Aulbekova, il progetto è nato con l’intenzione di fondere e sviluppare le infinite potenzialità di interazione tra mondo fisico e digitale, partendo da materiali e tecniche innovative che non solo rispettano l’ambiente, ma ne raccontano i processi naturali.

In questo periodo storico di profonda riflessione sui paradigmi che hanno costruito le fondamenta della società contemporanea, è più semplice e naturale del solito lasciarsi andare a voli pindarici su come evolverà ogni settore produttivo. A partire dalle fabbriche, sempre aperte, di idee e sogni che i nuovi creativi della moda stanno mettendo in moto, spesso in risposta alle contraddizioni storiche che si sono palesate in maniera sempre più plateale negli ultimi anni. Una crisi materiale trainata da una decadenza di valori, da rivedere, anche e soprattutto in virtù di ciò che di buono ci ha portato il progresso: perché temere la tecnologia e le sue potenzialità distopiche, quando si hanno tutti gli strumenti per inventare un nuovo mondo, migliore e in profonda connessione con la natura e chi la abita? 

Utilizzando la biomimetica, Auroboros dà vita a pezzi unici nel loro genere attraverso materiali organici e sostenibili, che si cristallizzano e subiscono una metamorfosi nel corso del tempo, proprio come accade per ogni cosa in natura. Il corpo da vestire, per il brand, è sia fisico che virtuale, e questa dualità si traduce in narrazioni digitali di grande impatto grazie ai supporti di design 3D e all’intelligenza artificiale. L’approccio delle due designer è senza dubbio singolare, ma proprio per questo motivo particolarmente rilevante all’interno di un’industria frenetica e spesso carente di reale significato come quella della moda. Un brand sì, ma anche un’occasione per creare una discussione su una nuova idea di abbigliamento fluida e lungimirante, che abbiamo avuto modo di intavolare con le fondatrici di Auroboros. 

Qual è il vostro background e come si sono incrociati i vostri percorsi, arrivando all'idea di creare Auroboros?

I nostri cammini si sono incontrati quando abbiamo scoperto l’interesse reciproco per l'innovazione, la sostenibilità e l'amore per il design etereo della fantascienza. Il nostro background invece, è un mix tra design d'avanguardia e sperimentazione digitale senza limiti: questa simbiosi ci ha permesso di identificare immediatamente un'estetica e un modo di creare che ritenevamo carenti nella moda. Abbiamo iniziato così a sviluppare il nostro mondo utopico, esplorando le vaste possibilità dell’innovazione materiale e digitale, e da qui è nato Auroboros. Il nome deriva da narrazioni personali basate sull'antico segno alchemico del serpente che divora la propria coda, simbolo di un continuo stato di cambiamento e rinnovamento: la rappresentazione perfetta di ciò che vuole incarnare il nostro marchio. Ora inoltre, stiamo esplorando molti più percorsi con il nostro team di collaboratori, e grazie alla nostra residenza alla Sarabande Foundation, ad esempio, siamo stati in grado di progredire immensamente con alcuni degli artisti più singolari, e mentori incredibili come Trino Verkarde.

Dal potenziale del digitale alle trasformazioni naturali della materia organica, il vostro progetto si propone un po’ come un ponte tra fisica e metafisica: quali sono le ispirazioni più presenti nel vostro lavoro? 

Traiamo ispirazione da tutto ciò che ci circonda in natura e dal costante flusso digitale di informazioni, sintetizzando i due mondi nelle nostre creazioni. Per il nostro primo progetto, Biomimicry, ci siamo ispirate molto allo scrittore Bernard Werber, alle teorie scientifiche del gene hox e alle manifestazioni di altri mondi in film come Annihilation di Alex Garland e Avatar di James Cameron. Per l’omonima collezione di prêt-à-porter invece, esclusivamente digitale, abbiamo esplorato la realtà parallela dei videogiochi, nonché le animazioni di Hayao Miyazaki e i suoi messaggi ecologisti basati sulle scritture buddiste. Inoltre, siamo interessate a ciò che chiamiamo "tecnologia della natura" in cui la tecnologia imita il mondo naturale, come nel caso dei fantastici artisti dietro al progetto di Marshmallow Laser Feast, We live in an Ocean of Air. In sostanza, la nostra ispirazione deriva da ciò che miriamo a creare, qualcosa che sfida la nostra percezione del mondo.

In cosa consiste esattamente l'innovazione della vostra growing couture e della biomimetica?

E se gli abiti potessero crescere e subire una metamorfosi sul corpo umano? La biomimetica (imitazione della vita) offre una comprensione empatica e interconnessa della natura, facendoci vedere cosa possiamo imparare da essa, e non solo cosa possiamo estrarne. La biomimetica è una risposta all'attuale ecosistema e all'ossessione della moda per l'eccesso e la produzione di massa. Usando un processo di cristallizzazione, il materiale utilizzato nelle nostre creazioni imita un naturale processo di crescita, e in 6-12 ore si trasforma a seconda di chi lo indossa. Queste idee ci hanno portato a completare il primo abito che cresce in tempo reale, che sveleremo quest’anno in un cortometraggio. Ciò che creiamo vuole essere al di fuori della norma dell’effimero, opponendosi all'atteggiamento del fast fashion e in armonia con diversi insegnamenti e pensieri buddisti.

Avete lanciato il vostro marchio in un momento di stop per gran parte delle attività produttive nel mondo, grazie al supporto digitale: quale ruolo giocherà nel vostro brand e come pensate che si evolverà nella moda del futuro?

Fin dalla sua concezione, Auroboros è stato un progetto a metà tra couture e prêt-à-porter digitale. Quest'ultimo medium definisce metà del marchio e ci consente di creare capi di abbigliamento accessibili per un pubblico più ampio, senza un impatto ecologico negativo: una parte essenziale del marchio, e l'attuale pandemia globale ne ha chiarito l'importanza nel nostro settore. La moda non tornerà mai al suo precedente stato di eccesso, quindi vediamo un enorme potenziale nella presentazione dell'abbigliamento esclusivamente digitale per motivi di sostenibilità, ma anche per indagare nuove forme di auto-espressione. Con Auroboros digital l'abbigliamento è privo di vincoli materiali, permettendo alle persone di incarnare qualsiasi identità o idea desiderino, in ogni taglia e con ogni diversa abilità fisica, perlopiù sradicati dalla narrativa della moda. La nostra collezione digitale sarà incredibilmente eccitante! Tutti i design possono essere acquistati singolarmente e si basano sulla couture in crescita che presenteremo nel nostro spazio virtuale interattivo, e che permetterà a chiunque di immergersi nel nostro marchio entro la fine dell'anno.

Al di là della vostra avanguardia estetica e tecnologica, quali sono i valori che volete raccontare attraverso le vostre creazioni?

Ci piace l'idea di speranza nella bellezza. Molto spesso la visione del futuro della nostra generazione è molto pessimistica: la tecnologia, ad esempio, è descritta come malvagia o distopica. Tuttavia, è solo un meccanismo che riflette i valori di chi ne fa uso. La nostra prospettiva di scienza e tecnologia è positiva e si sviluppa verso una narrativa più rispettosa dell'ambiente e innovativa, incoraggiando nuove forme di espressione personale e libertà attraverso la moda. Una moda più accessibile grazie all’evoluzione digitale, più consapevole e meno eccessiva.

Qual è il più grande sogno che vorreste realizzare attraverso Auroboros?

Ne abbiamo una moltitudine, ma prima di tutto vogliamo che il marchio stesso incarni un sogno, una visione che possa risuonare profondamente con gli altri. Auroboros è stato forgiato da idee, speranze e soprattutto sogni, intrecciati in un momento in cui era tutto ciò che avevamo, diventandone il centro. I sogni sono stati il ​​carburante che ci ha portato alla creazione del nostro primo progetto Biomimicry, couture in crescita, che alla fine ha dato vita ad Auroboros. C'è un incantesimo che desideriamo portare avanti con questo marchio: risvegliare l'immaginazione dei suoi portatori fisici e digitali, una premessa illimitata che ricorda uno stato infantile di pura gioia. Siamo affascinate da tanti cammini di vita e vogliamo espanderci e collaborare ulteriormente in campi come la scienza e lo sviluppo dei materiali, oltre a costruire un nuovo mondo nel virtuale. Promuovere i nostri sogni digitali e disegnare per videogiochi come Final Fantasy, Fortnite o League of Legends sarebbe incredibilmente allettante ad esempio, o ancora collaborare con artisti e istituzioni incentrati su esperienze virtuali come "AcuteArt" di Daniel Birnbaum o Google Arts and Culture. Sogniamo anche di presentare le nostre visioni nei musei che ci hanno ispirato, vale a dire il Met di New York e il V&A di Londra. Anche il cinema e il teatro sono sempre stati al centro della nostra immaginazione, e naturalmente vorremmo creare in questo ambito, con coreografi e scenografi del calibro di Damien Jalet e Robert Wilson. E, sopra ogni altra cosa, desideriamo invitare le persone a sognare e immaginare, attraverso Auroboros, un futuro in cui tecnologia e natura siano in armonia. Tutto ciò si sta sviluppando anche grazie al nostro speciale team e ai nostri collaboratori, che potete trovare sul nostro sito con il lancio di Biomimicry.



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