Christopher John Rogers: una rapida ascesa
Circa due anni fa, Christopher John Rogers, stilista originario della Louisiana, debuttava con la sua prima collezione nello spazio vuoto di una galleria a Chinatown, Manhattan. La sua stravagante selezione comprendeva voluminose silhouette, sete plissettate, tulle e creazioni in cristallo dai colori dell’arcobaleno. A quel tempo Rogers si era appena diplomato al Savannah College of Art and Design e lavorava a tempo pieno da Diane von Furstenberg. Nel breve periodo trascorso tra quel debutto - di grande impatto - e la New York Fashion Week dello scorso febbraio, dove ha presentato la sua quarta collezione, Rogers ha vinto il prestigioso Cfda/Vogue Fashion Fund Award. La lista dei suoi riconoscimenti include anche il Forbes 30 Under 30 Award e l’opportunità di vestire donne come Michelle Obama, Lizzo, Rihanna e Cardi B. Presente ora nelle più importanti boutiques, è stato poi selezionato per il Vanguard Program di Net-a-Porter, che offre un percorso di mentorship ai talenti emergenti. Al ventiseienne designer è sembrato di vivere in un sogno: «Come si fa a passare di punto in bianco dal creare abiti nella propria stanza, da soli, a spedire vestiti a Net-a-Porter?», si chiede. La sua cifra stilistica è la fantasticheria, un’anelata sospensione dalla realtà: «Due cose possono essere molto diverse tra loro e vere allo stesso tempo. Sarei felice se Nancy Pelosi alla Camera indossasse un abito rosa shocking e lasciasse tutti a bocca aperta! Non siamo obbligati a fare le cose come il sistema ci dice di farle».
Il suo approccio progettuale Christopher John Rogers lo descrive così: «Gli abiti distorcono la femminilità. Quando li disegno, penso a una figura femminile tradizionale, ma devo poterli mettere anch’io. Non importa come ti identifichi, voglio che tu sia a tuo agio nei miei modelli. Se hai la barba e ti va di indossare la nostra gonna rosa fragola, ci farebbe piacere vederti». Insomma, abiti pensati per rendere più forti, per sentirsi il più sicuri possibile. In modo unico.
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