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Orchidea: quante tipologie ne esistono e come curarle

Elegante e sensuale. Questi i primi due aggettivi che ti vengono in mente quando pensi a un'orchidea. È un fiore che genera buon umore, positività, ma anche calma e tranquillità. Si può tenere in casa e, se prendersene cura non è sempre così semplice, bastano alcune accortezze condite con le giuste attenzioni per avere grandi soddisfazioni.

Qualche curiosità

Origine del Nome: deriva dal greco e significa “testicolo” per via della sua forma particolare che ricorda gli organi riproduttivi maschili. L’origine di questo termine è molto antica, fu infatti il filosofo greco Teofrasto, discepolo di Aristotele, a classificare l’orchidea come tale nei suoi trattati di botanica, tra il VI e il III secolo a.C.

Quando e a chi regalarla: l’orchidea è il regalo perfetto per un lieto evento ed è simbolo di buon auspicio. Può essere regalata a uno studente in piena sessione d’esami, così come a qualcuno che si è appena trasferito, oppure a una persona amata: la sua versatilità la rende perfetta per ogni occasione. Nel linguaggio amoroso assume vari significati: dalla dedizione alla sensualità e se la cultura occidentale la relaziona soprattutto all’amore, per quella orientale l’orchidea è simbolo di purezza e innocenza.

Benefici dell’orchidea: come tutte le piante, l’orchidea purifica l’aria degli ambienti. È in grado di combattere un composto chimico dannoso per l’uomo, lo xilene (presente in materiali come colle o vernici). Dolori alla testa e stanchezza sono tra le conseguenze di un’eccessiva presenza nell’aria di questo composto. Secondo l’antica arte geomantica Feng Shui, le orchidee portano fortuna e prosperità e per questo motivo è ideale posizionarle in camera da letto. Sistemare una o più orchidee a casa o in ufficio può migliorare la qualità della vita, procurando benefici alla respirazione e all’umore. Parlando di Oriente: in Cina, anticamente, le orchidee venivano usate come rimedio per combattere la sterilità.

Specie e varietà: esistono tantissime varietà di orchidee, gli esperti dicono che se parliamo di genere ce ne sono più di 750 tipi, se poi parliamo di specie si raggiungono quasi le 20mila. In Italia abbiamo circa 85 specie che crescono spontanee, alcune vicino alle montagne altre sulle coste. Sempre nelle zone più umide. Le più comuni quelle che si più di frequente dai fioristi e nei vivai sono la Phalenopsis, la Cymbidium e Dendrobium. La classificazione delle orchidee è piuttosto complessa anche per via della quantità di ibridi che sono stati creati nel tempo. Pensate che negli ultimi 150 anni ne sono stati prodotti circa 110mila chiamati “Grexes”. 

Colvin, uno dei portali leader per la consegna di fiori ci presenta Emily ed Ofelia, due orchidee con un grande significato

Emily in onore della celebre poetessa

Camille Becdach

La Phalaenopsis Elegant Cascade bianca si chiama Emily e il suo nome è stato scelto in onore della grande poetessa statunitense Emily Dickinson, amante della Natura in tutte le sue forme, colori e profumi. L’orchidea Emily è bianca, proprio come il colore prediletto della poetessa, che scelse di vestirsi solamente di questo tono proprio per esprimere un’idea di purezza.

Ofelia, simbolo di amore e passione

Camille Becdach

Ofelia è la Phalaenopsis Elegant Cascade dalle tinte rosa e fucsia. Sorella di Emily, ma più ribelle e a tratti selvaggia, prende il suo nome dalla protagonista femminile dell’Amleto di Shakespeare. I suoi toni vivaci sono perfetti per riempire di allegria l’ambiente circostante.

Consigli per prendersi cura di un’orchidea secondo Colvin

Ogni varietà ha esigenze specifiche, per questo il tipo di cura dipende dalla provenienza e dalle caratteristiche di ognuna. Le più semplici da curare sono le Phalenopsis e le Cattleya, le Vanda richiedono invece più attenzioni. È fondamentale che temperatura, illuminazione, umidità e concimazione siano ben bilanciate, così da evitare le più comuni malattie delle orchidee come quelle parassitarie e non.

Ecco alcune semplici regole generali da seguire:

  1. Luce. Metti l’orchidea ben esposta alla luce, ma al riparo da quella diretta del sole, ad esempio vicino alla finestra o dietro a una tenda che possa filtrare i raggi solari. Vedrai come fiorirà felice!

  2. Temperatura. La temperatura ottimale oscilla tra una minima di 10° e una massima di 30°, a seconda della varietà. Attenzione: le orchidee vanno posizionate lontane da riscaldamenti e fonti di calore.

  3. Ventilazione. L’orchidea non ama le correnti d’aria dirette e sta bene in casa, sia d’estate che d’inverno. Per evitare eccessi di umidità, è importante far arieggiare l’ambiente. Per permettere una sufficiente circolazione dell’aria nella zona delle radici, il sottovaso deve essere abbastanza capiente. Dopo averla innaffiata, verifica che l’aria circoli sufficientemente, per far sì che si asciughi.

  4. Grado di umidità. L’ambiente ideale dell’orchidea è umido, ma non troppo. Per questo è importante evitare di innaffiarla troppo spesso e bisogna fare in modo che nel sottovaso non ristagni troppa acqua (per evitare che le radici marciscano).

  5. Innaffiatura. L’orchidea non necessita di molta acqua per fiorire. Si può quindi far valere la regola di versare acqua tiepida una volta alla settimana, ma solo quando la terra è secca. Per verificare il grado di umidità del terriccio infila una matita, se il legno è più scuro, significa che il substrato è sufficientemente umido e quindi puoi posticipare l’irrigazione di qualche giorno.

  6. Il vaso. Utilizza un vaso di plastica con fori di drenaggio poiché le radici dell’orchidea hanno bisogno di luce ed è importante evitare il ristagno dell’acqua. Per evitare che la pianta marcisca, è bene cambiarlo ogni 2 o 3 anni, a prescindere dalle condizioni in cui si trova, per salvaguardare il fiore, garantirne la durata e la successiva fioritura.

  7. Nutrimento e terriccio. Per stimolare la crescita in maniera naturale e la comparsa frequente di nuovi fiori è importante apportare il giusto nutrimento all’orchidea. Basta diluire circa 10 gocce di concime liquido per litro di acqua nell’innaffiatoio o direttamente nel vaso (da marzo a ottobre). Aggiungi al terriccio di coltivazione 5 importanti elementi: torba, corteccia di pino, radici di felce osmunda e sfagno e argilla espansa.

  8. Potatura. A riguardo, esistono due correnti di pensiero distinte: per alcuni è bene potare la pianta una volta completata la cura, per altri è meglio aspettare che lo stelo cada naturalmente.

  9. Il ciclo vitale. Recidi i fiori appassiti alla base del gambo e trasferisci la pianta in un nuovo vaso. Se le radici sono in buono stato, e soprattutto non sono marce, sarà sufficiente cambiare la terra, altrimenti occorre rinvasare, mettendo la pianta in un vaso più grande.



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