Clint Eastwood compie 90 anni: 5 film cult da guardare
Nel giorno del novantesimo compleanno di Clint Eastwood, ecco i suoi 5 film da (ri)vedere assolutamente.
The mule, 2018
Il fallimento dell’individualismo
Earl Stone, allontanato dalla sua famiglia da sempre trascurata, è un ottantenne floricoltore vittima della crescita esponenziale del mercato online che lo costringere a chiudere il suo vivaio. Diventa così, un po’ per caso, corriere della droga per il cartello messicano e, in parallelo, cerca goffamente di porre rimedio al tramonto di una vita rimasta priva di solidità perché priva di affetti.
Il sistema economico e sociale che si nutre d’individualismo viene allora messo sotto i riflettori dall’ex agente Callaghan, mettendone in luce la superficie effimera che si svuota di contenuto e perde vita.
Gran Torino, 2008
La natura dell’eroe
Il vero eroe è chi si mette in discussione, senza avere paura di ribaltare i pregiudizi di una vita intera, dirigendosi, senza più voltarsi indietro, verso un’umanità che lascia tutti, sia all’interno del film, che davanti allo schermo, con le lacrime agli occhi.
Siamo nella periferia di Detroit, in un quartiere che si muove tra la delinquenza di bande giovanili e le nuove famiglie migranti provenienti dall’Asia. Il tema centrale del conflitto tra mondi che sembrano non potersi toccare, morte e vita, America e Asia, buoni e cattivi, è specchio dell’inquietudine interiore di Walt Kowalski.
Patriota convinto, veterano di guerra, Clint/Walt è “circondato” il giorno del funerale di sua moglie da figli e nipoti deplorevoli che forse sarebbe meglio non esistessero proprio.
Intollerante, scontroso e pieno di pregiudizi anche nei confronti della famiglia Hmong che vive nella casa a fianco alla sua, Walt si ritroverà a stringere un disarmante legame con loro (sarà questa la sua vera famiglia?) dando senso alla sua esistenza.
Mystic River, 2003
Le conseguenze di una società violenta
Basato sul thriller di Dennis Lehane, è uno spaccato d’America, nonché profonda critica.
Il film è ambientato a Boston, notoriamente luogo di benessere sia a livello culturale che economico, salvo poi spostarsi ai margini della società, oltre il fiume Mystic River, dove lo scenario viene ribaltato completamente.
Le vite di tre ragazzini figli della working class saranno segnate per sempre da un terribile episodio di violenza che lascerà cicatrici indelebili.
A distanza di 25 anni i tre ex-amici si ritrovano, costretti ad affrontare da differenti prospettive un altro tragico evento.
Emerge tutta la brutalità di un sistema fatto di prevaricazione, del degrado dei valori del sogno americano, della legge del più forte in una società individualista, in cui la violenza iniziale si propagherà come una maledizione, in un loop senza mai fine.
I ponti di Madison County, 1995
La libertà delle donne è imprescindibile
In questo film Clint Eastwood mette in discussione l’etica americana della famiglia che ha “ipnotizzato il paese”, minacciando profondamente l’identità femminile.
Robert è fotografo per il National Geographic, cittadino del mondo, molto aperto e indipendente. Per un progetto sui ponti di Madison County si dirige nell’Iowa, dove conosce Francesca - il premio Oscar Meryl Streep - di origini italiane: casalinga frustrata, ma devota a una vita e a una famiglia che non corrispondono esattamente a ciò che aveva sognato da giovane.
L’incontro stravolgente tra i due outsider fa lentamente emergere la bellezza e le contraddizioni di una donna che riconquista la sua libertà, in una società oppressiva e giudicante che la vuole moglie e madre prima di tutto.
Gli spietati, 1992
Inevitabilmente, il western
Tutto è incominciato da questo genere cinematografico, quando Clint Eastwood ancora non si occupava di regia, ma “si accontentava” di essere la star della cosiddetta trilogia del dollaro (Per un pugno di dollari, Per qualche dollaro in più e Il buono, il brutto, il cattivo), i tre film di successo mondiale diretti da Sergio Leone, regista per lui fondamentale a cui viene dedicato Gli spietati (insieme a Don Siegel).
La pellicola ruota attorno al tema della violenza, da sempre dipinta nei western come parte intrinseca dell’uomo, e delle conseguenze di essa sui protagonisti, siano essi vittime o carnefici.
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