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Coronavirus: indios dell'Amazzonia a rischio sterminio

Amazzonia: gli Indios e la minaccia Covid-19 

In Brasile il coronavirus avanza a ritmi esponenziali: il Paese sudamericano è il secondo per numero di contagi dopo gli Stati Uniti (oltre 350mila positivi e con 22mila deceduti). A essere colpite sono le megalopoli, come Rio de Janeiro e San Paolo, soprattutto nei quartieri più poveri e nelle favelas, dove spesso mancano servizi di base e l'acqua arriva solo poche volta al giorno. Ma la preoccupazione più grande riguarda adesso i popoli indigeni, soprattutto quelli che vivono nei territori più remoti dell'Amazzonia, raggiungibili solo dopo molti giorni di viaggio e totalmente sprovvisti di ospedali, punti di soccorso e medicine. Inoltre, la capitale dello stato di Amazonas, Manaus, sta vivendo il collasso delle strutture sanitarie e dei cimiteri, come conseguenza dell'atteggiamento negazionista del presidente del governo federale brasiliano Jair Bolsonaro. Mancano letti, respiratori e rifornimenti.

Nelle foreste dell'Amazzonia, tra le tribù che vivono lungo i fiumi e nell'entroterra, l'avanzata del virus sta assumendo i contorni di un genocidio annunciato. Nella regione del Rio Jauaperi, per esempio, un'area ancora incontaminata, situata a 400 km da Manaus, il 90 per cento dei villaggi e degli insediamenti indigeni registra casi di infezione e decessi: tutti sottostimati, perché mancano test e tamponi e perché le comunicazioni sono molto difficili.

Senza un'azione immediata le conseguenze potrebbero avere proporzioni inimmaginabili. Come si legge sul sito dell'associazione Amazonia Onlus, fondata dalla biologa Emanuela Evangelista (una degli eroi civili premiati dal presidente Mattarella lo scorso dicembre), “Il COVID-19 rappresenta una minaccia mortale per le popolazioni indigene dell'Amazzonia. I piccoli villaggi sono isolati e accessibili solo in barca, non hanno commerci alimentari, l'assistenza sanitaria è quasi nulla e i farmaci spesso non sono disponibili. Questo rende la popolazione locale estremamente vulnerabile in caso di contagio”.

Per cercare di tamponare il dilagare dell'infezione, le organizzazioni no profit come Amazonia Onlus e Amazon Charitable Trust stanno organizzando raccolte fondi per finanziare missioni in grado di portare agli indios cibo, beni di prima necessità e cure mediche (sulle loro pagine, si trovano tutte le indicazioni per donare).

Il loro lavoro ha trovato una cassa di risonanza internazionale anche nell'appello lanciato online dal fotografo Sabastião Salgado che, con molti altri personaggi celebri, ha inviato al governo brasiliano una petizione: a questo link potete leggerla e firmarla.

La foto in apertura è di Sebastiao Salgado, dall'account Instagram @2020indigenas



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