Audrey Hepburn: 5 cose che non sai su Colazione da Tiffany
Audrey Hepburn una volta disse: “Non penso mai a me stessa come a un'icona. Ciò che è nella mente degli altri non è nella mia. Io faccio solo le mie cose”. Be’ possiamo dirlo, non è proprio andata così. Certamente Audrey Hepburn è diventata un’icona cinematografica e della moda. E se c’è un film che più di altri a contribuito a renderla tale, è certamente Colazione da Tiffany che uscì proprio la prima settimana di giugno del 1961, ben 59 anni fa.
Siamo a New York, è l'alba: da un taxi che si ferma sulla Quinta Strada, scende un'elegante ragazza. È Holly Golightly che guarda le vetrine di Tiffany, consuma una rapida colazione, prima di rientrare a casa a piedi. Quel film leggendario, che è anche un grande inno alla New York degli anni 50 le ha garantito la posizione di vera star dello stile che per tutti gli anni a venire è stato poi continuamente replicato, emulato e celebrato. "Il mio look è raggiungibile", ha detto Hepburn a Barbara Walters nel 1989. "Le donne possono assomigliare a Audrey Hepburn sfilandosi i capelli, comprando occhiali grandi e abitini senza maniche".
In nome dunque del suo contributo alla moda e al cinema, ecco cinque cose che forse ancora non sappiamo sulla cliente di Tiffany & Co. più famosa di Hollywood.
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Audrey Hepburn fu scoperta all'età di 22 anni sulla Costa Azzurra da Colette, pseudonimo di Sidonie-Gabrielle Colette scrittrice e attrice teatrale famosissima che scrisse la novella Gigi nel 1944. A quel tempo, Hepburn aveva una piccola parte nel film, Nous irons à Monte-Carlo. Durante la produzione, Colette la vide nella hall di un hotel e la scelse immediatamente per il ruolo principale del adattamento musicale del racconto a Broadway. "Avevo detto solo poche righe in tutta la mia carriera di attore", ha ricordato in seguito Hepburn. A prima vista, secondo quanto riferito, Colette sussurrò: "Voilà, cest Gigi".
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La star di Vacanze romane Gregory Peck (che recitò con Audrey naturalmente) rivelò che i produttori inizialmente avevano pensato a Elizabeth Taylor nel ruolo. Ma il regista, William Wyler, fu così colpito dal provino della Hepburn che la scelse nonostante lei fosse ancora relativamente sconosciuta. Fu veramente un provino leggendario: mentre recitava una scena del film, al cameraman fu detto di continuare a girare anche dopo che il regista aveva detto “Stop”. Quei minuti di Audrey Hepburn più spontanei le sono valsi la parte. "Era assolutamente deliziosa", ha detto Wyler quando ha visto il test. "Recitazione, aspetto e personalità".
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Fu Audrey Hepburn a suggerire a Hubert de Givenchy di disegnare i costumi per Sabrina. Mentre Edith Head doveva essere il designato, il regista del film, Billy Wilder affermò che fu lei a fargli cambiare idea e programma. L'attrice poi disse a proposito della moda sul set di Sabrina. "I vestiti sono decisamente una passione per me. Li adoro al punto che sono praticamente il mio vizio." Non a caso, la Paramount permise alla Hepburn di usare i costumi come suo guardaroba, un'abitudine che mantenne per tutta la sua collaborazione con Givenchy per il resto della sua carriera per film come Cenerentola a Parigi (1957), Arianna (1957) e Colazione da Tiffany ( 1961). "Givenchy mi ha dato il mio look ideale, la giusta silhouette", ha detto una volta. “Ha mantenuto quel free style che adoro. Cosa c'è di più bello di un semplice tubino realizzato in modo straordinario in un tessuto prezioso e solo due orecchini? ”
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Truman Capote voleva che Marilyn Monroe interpretasse Holly Golightly nell'adattamento cinematografico della sua novella del 1958, Colazione da Tiffany. "La Paramount fece una sorta di doppio gioco e lanciò Audrey", ha detto l'autore. "È stato il più grande errore di casting che abbia mai visto”. La Monroe rifiutò il ruolo, sembra, perché non giovava alla sua immagine. "Marilyn Monroe non interpreterà una donna della sera”, ha detto la sua agente Paula Strasberg. Anche la Hepburn aveva i suoi dubbi. "Ho esitato a lungo prima di accettare la parte", ha detto prima dell'uscita del film. “Era una parte complessa. Fu Blake Edwards che alla fine [mi persuase]. Fu una scelta perfetta e lui un grande regista che seppe enfatizzare la mia spontaneità”.
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Hepburn disse che la scena di Colazione da Tiffany in cui abbandona il suo gatto, di nome Gatto, facendolo scendere dal taxi per le piovose strade di New York è la più sgradevole che abbia mai recitato in un film. Hepburn, si sa, amava moltissimo gli animali: aveva uno Yorkshire terrier, chiamato Mr. Famous, (vedi il suo cameo in Cenerentola a Parigi sul treno) e spese parte del suo primo stipendio di Hollywood su un collare di diamanti per il suo cucciolo. Ha anche adottato un cucciolo di cervo che ha soprannominato "Ip" (abbreviazione di Pipino) e che si trascino sul set di Verdi Dimore del 1959. In ogni caso, pare che dopo quella famosa scena con il gatto, le associazioni per gli animali e i pet shop abbiano avuto una richiesta senza precedenti di gatti arancioni.
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