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Lifting Viso: il più efficace per mandibola e collo - Vogue.it

Se da una parte c’è una continua ricerca di trattamenti mini-invasivi per il viso, dall’altra bisogna dire che, se si fanno due conti e si somma il costo (il tempo) di qualche seduta di filler, di radiofrequenza o di device superavanzati, i cui risultati hanno un effetto temporaneo (al massimo sei-otto mesi), tanto vale rivolgersi a un chirurgo e prepararsi a sottoporsi a un intervento vero e proprio. Come il lifting viso.

Tant’è vero che la chirurgia plastica sta vivendo (di nuovo) un momento d’oro. “Soprattutto per la parte inferiore del viso, che comprende il collo, la mandibola e il mento la soluzione migliore rimane chirurgica”, dice Pierfrancesco Cirillo, chirurgo plastico a Roma e presidente Aicpe (Associazione italiana di Chirurgia Plastica Estetica). “Tenendo conto i risultati sempre più avanzati che si ottengono (il chirurgo quando parla delle cicatrici le definisce ‘ricami’) e della sicurezza degli interventi stessi”.

Anche se bisogna tenere conto dei fattori ben precisi che sono determinanti al ricorso o meno del bisturi. Ma andiamo con ordine. “Innanzitutto la paziente deve avere tempo a disposizione”, continua il presidente di Aicpe. “Dopo un mini lifting viso per dieci-quindi giorni è consigliabile rimanere in casa, per quanto riguarda i risultati finali occorre attendere due-tre mesi. Non dimentichiamo che, mentre per un intervento al corpo il problema ‘socializzante’ non si pone perché rimane coperto, per il viso è fondamentale, visto che è completamente esposto”. 

Altro elemento determinante è il quadro della paziente. “Si interviene quando c’è una cessione muscolare nella parte bassa del viso”, prosegue il medico. “Si scolla il tessuto e si ‘tira’: naturalmente se la lassità è poco accentuata è più facile e più soddisfacente. Il collo, poi, è una zona difficilissima: è mobile e ha una pelle molto sottile. A volte si interviene con un’aspirazione sul mento, se c’è qualche accumulo di grasso e si continua con il lifting oppure, quando il viso è svuotato, si procede con la tecnica del lipofilling”.

Insomma, è una chirurgia à-la carte e personalizzata a seconda delle esigenze. “Io lo definisco un lavoro di sartoria”, precisa Cirilo. “Non a caso paragono il tessuto ‘umano’ al tessuto 'tradizionale': se si tratta di cashmere il risultato è di ottima qualità, quando la stoffa è scadente, anche l’abito che si realizza presente dei limiti”. 

La procedura dell’intervento, quando è standard è in day hospital e avviene in anestesia locale con sedazione, altrimenti può richiedere una notte di ricovero. “Le pazienti, oggi grazie ai social e all’informazione, sono sempre più preparate”, prosegue l’esperto. “Se fissano un appuntamento da un chirurgo plastico, piuttosto che da un medico estetico o un dermatologo, significa che hanno già preso in considerazione di ricorrere al bisturi, anche se poi conta molto la visita e le condizioni personali”. 

Un altro fattore determinante, anzi, ostativo, è il fumo. “I fumatori non possono sottoporsi al lifting perché le sigarette causano vasocostrizione che può provocare rischi di cicatrizzazione”, spiega ancora Cirillo. Allo stesso modo una pelle danneggiata, che si è esposta molto al sole negli anni, ottiene un risultato peggiore rispetto a chi si è curato negli anni, ha seguito strategie preventive e magari si è sottoposto anche a retouch medico estetici". 

Il lifting di nuova generazione riporta poi ottimi risultati nell’ambito delle cicatrici. “Oggi sono piccoli segni sotto al lobo dell’orecchio”, continua il chirurgo. “Naturalmente dipendono dall’entità di lavoro svolto, ma si utilizzano anche colle speciali che minimizzano il rischio di ematomi”. Insomma, alta sicurezza e poche tracce per un face sculpting di alto livello.



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