Schiaparelli tra passato e presente: l'abito con le rose omaggio a Jean Cocteau
Schiaparelli ripropone un design originale disegnato da Jean Cocteau nel 1937
Elsa Schiaparelli è fautrice di una moda che si impone come opera d'arte. L'intento è quello di creare quadri in movimento, abiti dipinti e cesellati in grado di abbattere il confine della semplice contemplazione, permettendo al pubblico di vivere e indossare quei medesimi capolavori visti nei musei. La stessa genesi della sua maison è ambigua, con una radice piantata nell'estetica surrealista e una nel terreno della couture, sotto i consigli incrociati di Paul Poiret, che ne riconosce il gusto, e quelli dei coniugi Picabia, maestri del dadaismo, che ne scorgono il genio. Il sostrato culturale della moda Schiaparelli sfocia in un'estetica dell'eccentrico, del massimalismo puro e dell'abbondanza barocca, senza tuttavia che l'eccesso sfoci mai nel kitsch e imprimendo una qualità versatile a ogni nuovo design.
La stessa Wallis Simpson, fra le donne meglio vestite della storia secondo Vanity Fair, ne indossa diversi modelli, lasciandosi immortalare nel leggendario abito Lobster da Cecil Beaton presso lo Château de Candé, pochi giorni dopo le sue nozze con Edoardo VIII. È nel 1937 che Elsa e Jean Cocteau lavorano insieme per la prima volta, aprendo le porte degli atelier Schiaparelli all'estro dirompente del cineasta. Padre di una visione artistica a se stante secondo cui il surreale altro non è se non la nostra personale interpretazione della realtà, Cocteau disegna due cappotti per la collezione Haute Couture Autunno-Inverno della maison, entrambi ricamati con un'illusione ottica. In particolare, la versione in jersey di seta lilla ispira Daniel Roseberry durante la creazione dell'Haute Couture Autunno-Inverno 2021, che ne riprende dettagli e concetti per attualizzarli in un moderno guardaroba. Nel cappotto originale, la parte posteriore presenta i profili di due volti femminili, raffigurati in modo tale da suggerire la forma di un vaso pieno di rose in nastro di seta in diverse gradazioni di rosa, intervallate da foglie verde pallide in filo di seta satinato, il tutto a sua volta posto in cima a una colonna greca.
“Jean Cocteau realizzò per me alcuni disegni di volti. Io riprodussi alcuni di quei volti sulla parte posteriore di un cappotto da sera e uno, dalla folta chioma bionda che arrivava alla vita, su un abito di lino grigio” - ricorda Elsa Schiaparelli nella sua autobiografia, Shocking Life.
Ricamato dalla maison Lesage, il capo presenta cuciture di metallo dorato a enfatizzare i contorni del disegno di Cocteau, le labbra rosse e brillanti sono realizzate con del nastro metallico piatto a ricordare la lucentezza di un rossetto rubino, mentre gli occhi azzurri sono definiti da un filo di seta incastonato da gioielli di pasta di turchese. Oggi, Roseberry opta per un mini dress in crêpe di lana nera con un design dalle maniche curve e a botte, con ricami di rose di seta Lesage color conchiglia che formano un patio primaverile e in boccio lungo il profilo superiore del capo, dalle spalle ai polsi.
Indossato da Doris Castlerosse negli anni 30 e oggi pensato per red carpet fra Cannes e Venezia, la creazione della maison è la testimonianza di come Schiaparelli trasformi l'armadio in una wunderkammer da collezionista, dove cimeli ellenici incontrano ninnoli barocchi, dove fiori secchi e pezzi di madreperla si amalgamano in un pot-pourri di luce e profumo, traslando sulla nostra pelle ora la tempera, ora il marmo, ora la cera che è materia della creazione artistica.
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