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Olimpiadi di Tokyo 2020: la rivoluzione delle ginnaste tedesche

La notizia, battuta pochi minuti fa, è che la ginnasta Simone Biles potrebbe essersi ritirata dalle olimpiadi di Tokyo. Il motivo? Forse un problema a una caviglia oppure, a quanto pare, un crollo mentale. D'altro canto, lo sport ad altissimi livelli non è solamente una questione di fisico, allenamento, corpi che arrivano ad eseguire in maniera perfetta degli esercizi che richiedono, a loro modo, qualcosa di sovrumano.

Pauline Schaefer-Betz c

TOPSHOT-GYMNASTICS-OLY-2020-2021-TOKYO

Pauline Schaefer-Betz c
LIONEL BONAVENTURE

Lo sport, specie quello che vede la sua massima espressione nelle olimpiadi, è infatti in buona parte una questione mentale: ci vuole mente stabile e grande volontà per prepararsi per quattro anni (cinque nel caso di questa particolare olimpiade), dedicandosi anima e corpo a un unico obiettivo che non ammette di essere tradito. E tutto questo in un un contesto sociale in cui gli sport olimpionici, specie alcuni in particolare, smettono quasi di esistere nella mente del pubblico esattamente poche ore dopo l'assegnazione delle medaglie. 

Kim Bui

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Kim Bui
MARTIN BUREAU

Lo stato di perfetta serenità agonistica e focus mentale perfetto però si deve mantenere anche e soprattutto nel momento della gara: pochi minuti che portano a consacrazione tutti gli anni di fatica e sacrifici. Una serenità mentale che, mai come oggi, deve essere garantita a tutti gli atleti indipendentemente dal loro genere. In questo senso (e più ampiamente in un discorso legato alla percezione del corpo delle donne), si va a inserire la protesta delle ginnaste della nazionale tedesca che hanno deciso di presentarsi alle gare di qualificazione delle olimpiadi di Tokyo rinunciando al classico body "sgambato" per indossare invece delle tute integrali coprenti fino alle caviglie. La scelta, così come spiegata dalle atlete stesse, è un segnale che cerca di contrastare la sessualizzazione del corpo delle atlete. Se infatti agli atleti maschi è permesso indossare tute coprenti, non si vede per quale ragione sia inadatto che le atlete non possano godere dello stesso trattamento.

Come abbiamo detto non è solo un motivo di principio: nel momento in cui si esegue un esercizio si deve essere concentrati esclusivamente su quello senza avere altre preoccupazioni tra cui quella che un movimento scomposto (magari dettato dallo stesso esercizio) o un difetto nella tuta esponga il corpo delle atlete allo sguardo indesiderato di centinaia di migliaia di persone.

A tutto questo non possiamo non ricollegare anche un orrendo fatto di cronaca che è, purtroppo, finito nel dimenticatoio: stiamo parlando dello scandalo che ha coinvolto Larry Nassar, ex medico della nazionale di ginnastica statunitense, condannato a 176 anni di carcere per aver perpetrato per anni abusi e molestie sessuali nei confronti di centinaia di atlete.

Kim Bui

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Kim Bui
LIONEL BONAVENTURE

E se pensate che il tema "campionesse oggetto" sia un problema inesistente, potete rivolgervi alla nazionale norvegese di Beach Handball che si è rifiutata di gareggiare in Bulgaria indossando il bikini: per loro una multa per violazione delle regole sulle divise ufficiali. La motivazione? Aver scelto un indumento "troppo coprente". Ovviamente... 



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