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Maneskin, il nuovo look Gucci e l'appello contro l'omotransfobia

«È arrivato il momento di fare un passo avanti e optare per un atto di giustizia sociale e civiltà». Victoria De Angelis, bassista dei Måneskin, non ha incertezze quando si parla del decreto legge Zan contro omotransfobia, «È vergognoso che l'Italia non abbia ancora approvato un Ddl che in altri paesi, attraverso leggi analoghe, è in atto da anni». Non a caso prende parola sul tema, lei,  che nel proprio percorso artistico, più volte si è scrollata di dosso stereotipi di genere ed etichette che ancora permeano l’industria discografica. E attraverso la sua voce i Måneskin delineano un manifesto che fotografa il presente, quello di una generazione (e non solo)  per cui riconoscere l’odio e la discriminazione significa prevenire e contrastare la violenza basata sul sesso, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità. «Ho letto le statistiche, e c’è ancora chi non si è fatto un’opinione» incalza Damiano David, «vorrei che questo appello arrivi a quante più persone possibile: leggete, studiate il Ddl Zan e fatevi un’idea, spero positiva. E’ importante!» 

photo Ilaria Ieie
photo Ilaria Ieie

L'occasione per parlare di diritti civili arriva poco dopo il ricevimento in Campidoglio, a Roma, dove la band è stata premiati dalla sindaca, Virginia Raggi, con la massima onorificenza romana, la Lupa capitolina. Un traguardo che segue i successi internazionali, dell'ultimo periodo. Basta una rapida occhiata al loro percorso creativo, per constatare che i Måneskin sono tra i 15 artisti più ascoltati al mondo su Spotify con più di 49,9 milioni di ascoltatori mensili e oltre 2 miliardi e mezzo di streaming totali su tutte le piattaforme digitali. Con le loro performance hanno sbriciolato più di un pregiudizio e lo hanno fatto davanti a una platea immensa. Dopo la vittoria intascata all’Eurovision con “Zitti e Buoni”, il video del singolo "I wanna be your slave” che capovolge di continuo punti di osservazione e gioca con le interazioni tra corpi, liberi di allontanarsi, baciarsi ed essere di nuovo a distanza ridotta, ha ottenuto in sole 24 ore 6,7 milioni di visualizzazioni, un primato italiano sulla piattaforma.

Photo Carlo Scarpato
Photo Carlo Scarpato
Carlo Scarpato

Per l'occasione romana Damiano, Victoria, Thomas ed Ethan hanno scelto un total look Gucci – scelto anche per il video di "I wanna be your slave” –. Intarsi psichedelici che disegnano mosaici su giacche, cromie e stampe anni Settanta, booties e la Jackie 1961, portata sia da Damiano che da Victoria, ulteriore indice di fluidità di codici e stili, sono la fusione due universi, quello della band romana e quello di Alessandro Michele. Mondi con più di un elemento comune, a partire dalle ispirazioni prese in prestito dai look osannati, su e giù dal palco, dei grandi nomi del rock : «La collaborazione con Alessandro Michele è nata in modo naturale, ci siamo incontrati e il nostro progetto aveva affinità con la sua visione artistica, ne siamo felicissimi» raccontano, «le ispirazioni? Sono un mix tra le nostre e quelle di Michele. Noi amiamo i grandi artisti che hanno segnato il rock, da David Bowie ai Led Zeppelin o riferimenti a pellicole cinematografiche. E Michele ha un caleidoscopio immenso di riferimenti e contaminazioni artistiche…»

Dopo aver conquistato  la prima posizione della Top 50 Global Chart di Spotify con il brano “Beggin’” diventando la prima band italiana della storia con due singoli contemporaneamente nella UK Singles Chart, i Måneskin parlano del tour che li vedrà sui palchi dei più importanti festival europei prima, nei palazzetti italiani, poi, con 13 date tutte sold out, previste per quest’inverno e un’ultima, speciale, tappa al Circo Massimo di Roma il 9 luglio 2022. In vista di nuovi palchi e un immenso pubblico internazionale, a chi chiede loro un’opinione sull’importanza del Green Pass i quattro ragazzi romani rispondono senza esitare:  «Speriamo serva per rilanciare il nostro settore duramente colpito in questi ultimi due anni. Qualsiasi soluzione che porti a un cambiamento positivo e sia d'aiuto per tornare alla normalità è importante. Vogliamo che i concerti siano ancora luoghi in cui ci si diverta in completa sicurezza».

Un’ultima curiosità dopo aver battuto ogni record, la pressione è una costante? «Ogni risultato porta una piccola mole di pressione in più» confida Damiano David, «Tutto sta, però, in come la  si vive» precisa. «Non vogliamo essere primi a tutti i costi per il resto della nostra vita e l'obiettivo sarà concentrarci sulla nostra musica e e solo in un secondo momento guardare ai numeri in classifica. Non è nella nostra indole né nei nostri obiettivi creare canzoni ad hoc per sbriciolare classifiche». 

Carlo Scarpato


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