Gioielli Chanel: storia degli accessori moda più amati
Quali sono i gioielli preferiti di Coco Chanel? È vero che mixa “real” e “fake”?
Coco Chanel è stata una delle donne più famose e influenti della sua epoca: con le due idee rivoluzionò il look femminile, arrivando ad oggi con la creatività e la ri-editazione contemporanea prima di Karl Lagerfeld poi di Virginie Viard. Ma la sua moda non è fatta solo di tailleur, borse a tracolla, scarpe two tone: la sua stessa figura rimane indelebile nell'immaginario collettivo per la puntuale scelta dei suoi gioielli.
Il suo spirito creativo ha infatti travolto anche la gioielleria e l'Alta Gioielleria, sempre fedele al suo motto “Voglio far parte di quello che sta accadendo”. Lei infatti è stata la prima couturier parigina a usare i costume jewels, prima su stessa poi nelle sfilate. Sappiamo bene della sua vena rivoluzionaria: Gabrielle Chanel rifugge dalle convenzionalità, dalla tradizione e si tiene ben lontana dai simboli smaccati della ricchezza. Lo vediamo nell'abbandono di crinoline, pizzi e merletti a favore di pantaloni, righe marinière, austeri tubini neri e completi tagliati in comodo jersey o tweed.
Il segreto dello stile di Coco Chanel sta nei suoi gioielli
In contrapposizione al suo stile così androgino (oggi potremmo definirlo smart) si stagliano pezzi di Alta Gioielleria importanti, spesso ricoperti da bellissimi diamanti tagliati ad arte. Pensiamo alla prima mostra di Alta Gioielleria, del Novembre del 1932. Non solo Coco va oltre e pone l'attenzione sul “real” e “fake”, quel sottile confine tra gioiello e bijoux: è la prima a mixare perle vere e finte, ad accostare gemme preziose a quelle realizzate artificialmente con paste colorate. E lo sperimenta su se stessa, con ampie collane, spille, bracciali che catturano l'attenzione. Come lei sa fare, disarma la sua risposta diretta e sincera alla domanda da dove vengono questi pezzi che adornano il look: “C'est un faux”.
Il vero segreto del suo stile, è proprio questo sapiente mix di gioielli preziosi e bijoux. Un piacere provocatorio, nonché fonte d’ispirazione e atteggiamento a metà strada tra semplicità e raffinatezza. I primi pezzi di bijoux disegnati da Mademoiselle risalgono a quasi cento anni fa: la couturier li realizza in collaborazione con alcuni bigiottieri e orafi, per completare un look moda, così da diventare un complemento della silhouette. Questa filosofia è tuttora presente nelle sfilate di Chanel: le collane a bavaglino coprono il décolleté, i bracciali completano i polsini di un abito. Un'importante lezione di stile che Karl Lagerfeld e Virginie Viard continuano ad applicare e sviluppare.
La maestria sta proprio nel bilanciare la sobrietà dell'outfit, spesso definita dalla bicromia, con l'abbondanza e ricchezza dei pezzi indossati, una profusione di pietre, finte perle e metalli preziosi come il vermeil, il metallo placcato e il bronzo. Non solo: il gioco “real-fake" si sviluppa anche nell'abbigliamento vero e proprio, come le cinture gioiello ricoperte di perle, cristalli e stones, bottoni dorati che chiudono le più lineari box jacket.
Non solo perle…
La perla è nel DNA della Maison francese, ma negli anni il suo patrimonio si è arricchito di altri elementi distintivi. Negli anni si aggiunge il leone (nonché segno zodiacale della stilista), le croci e il grano. I tre simbolo fanno parte dei temi bizantino e barocco, segno della liason lavorativa con l’orafo Robert Goossens, nata nel 1954. La lavorazione del metallo è simile a quella della gioielleria, ma viene realizzata con vetro colato e cristallo di rocca al posto delle pietre preziose. Chanel e Goossens lavoravano a quattro mani, un dialogo creativo nato giorno dopo giorno, grazie allo scambio culturale dalle rispettive letture e visite ai musei: ne sono esempio gli orecchini “a nido”. La relazione tra l'atelier Goossens e Chanel perdura nel tempo, anche dopo la morte di Coco Chanel (10 Gennaio 1971), ricevendo così il titolo di Métiers d’Art di CHANEL nel 2005.
Ma non è l'unico nome al fianco di Gabrielle Chanel: nel 1965 la Maison affida parte dell'ampia produzione a Desrues. Qui la tradizione bigiottiera incontra la tecnologia, con la sperimentazione di nuovi materiali, incisioni laser, stampa 3D. Ogni bijou realizzato può essere immerso nell’oro, nel rame o nell’argento, inciso, cesellato, smaltato, dipinto, tinto, incastonato prima di essere ritoccato, lucidato e controllato a mano, uno per uno. Da una stagione all’altra, nessun modello viene mai riprodotto uguale.
Dopo Coco Chanel, Karl Lagerfeld e Virginie Viard
Karl Lagerfeld, dotato di straordinaria creatività e sense of humour, ha reinventato i codici stilistici di Chanel: dal 1983 ha dato la sua visione gioiosa e contemporanea, giocando con i classici, inventando nuovi modi di indossare i capi, sovrapponendo all’infinito collane, sautoirs, bracciali e orecchini.
Con Virginie Viard, i codici e i simboli tanto cari a Gabrielle Chanel vengono enfatizzati in infinite combinazioni: doppie C, camelie, nastri, perle e catene intrecciate con la pelle… sottili, raffinati ed audaci strizzano l’occhio al tema di ogni collezione. Il desiderio di sovrapposizione implica infine chiavi di lettura e accostamenti, riportando così in auge la lezione di stile di Coco Chanel. Non solo: la stilista ha riportato l'attenzione sulle collane bavarole, “a bavaglino”, che coprono il décolleté aperto a importanti scollature a “V”, le croci bizantine in chiave bold e le cinture gioiello appoggiate sui fianchi o volte a segnare il punto vita, anche in abbinamento a jeans e bikini.
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