Cirque du Soleil in bancarotta per il Covid-19
“Il Cirque du Soleil risorgerà?”. Questo il titolo che più di un mese fa il New York Times dedicò alle gravi difficoltà economico finanziarie della famosa show company, nata in Canada nel 1984 con un’idea di circo nuova e originale che ha avuto grande successo: niente animali ma solo “acrobazie, danze, costumi bellissimi, musica dal vivo, nuove tecnologie, grandi scenografie e trovate narrative”, diceva sempre il NYT.
E ora, il 29 giugno, Il Cirque du Soleil ha diramato un comunicato in cui dichiara di fare ricorso alla bancarotta controllata per ristrutturare il suo debito.
"Con zero entrate dalla chiusura forzata di tutti i nostri spettacoli a causa del COVID-19, il management ha dovuto agire con decisione per proteggere il futuro dell'azienda", ha dichiarato in una nota Daniel Lamarre, presidente e CEO del Cirque du Soleil Entertainment Group.
Del resto il gruppo è stato costretto a sospendere dall’inizio della pandemia circa 44 spettacoli in decine di città, lasciando senza lavoro il 95 per cento dei suoi dipendenti, che sono quasi 5mila persone. L’accordo proposto dal fondo che controlla il Circo dal 2015 quando il fondatore Guy Laliberté aveva ceduto le sue quote, richiede un investimento di 300 milioni di dollari da parte degli azionisti che sono TPG, Fosun e Caisse de dépôt et placement du Québec, oltre a Investissement Québec come fornitore di debito. In cambio della sostanziale cancellazione del debito, i creditori dovrebbero ricevere il 45 per cento della proprietà della nuova società.
La proposta con la richiesta di bancarotta controllata sarà esaminata, martedì 30 giugno, dalla Corte superiore del Quebec.
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