Cancro al seno: le piastre ghd fanno del bene con Pink is Good - Vogue.it
L'amore può avere a che fare con la matematica. L'amore per se stesse, quanto meno, dovrebbe guardare ogni tanto anche a numeri. Non è romantico d'accordo, ma può salvare la vita. Nel mondo sono infatti 120mila le donne, di età inferiore ai 35 anni, alle quali viene diagnosticato il cancro al seno ogni anno (Source: Global Cancer Observatory, 2018, ndr). Ciò nonostante solo 1 ragazza su 2 esegue regolarmente i controlli necessari (Source: Breast Cancer Now UK, 2018, ndr) e il 90% delle donne tra i 18 e i 35 anni si controlla solo poche volte all'anno (Source: Unlimited Survey, ndr).
Ecco perché continua a essere fondamentale l'informazione, una sorta di cultura dell'attenzione, dell'amore verso se stesse. E si muove in questo senso ormai da 16 l'iniziativa che vede quest'anno ancora una volta protagonista la collaborazione fra ghd e Pink is Good il progetto di Fondazione Umberto Veronesi. Una collaborazione che si unisce alle altre con enti di beneficenza per il cancro al seno in tutto il mondo che ha portato a raccogliere oltre 19 milioni di dollari.
Per questo anniversario ghd ha deciso inoltre di lavorare in sinergia con 11 donne incredibili a cui è stato diagnosticato un cancro al seno prima dei 35 anni, per condividere questo messaggio ghd lancia la collezione Take Control Now in edizione limitata per ricordare alle donne di tutto il mondo di donare un po’ di tempo al loro seno davanti allo specchio e di autocontrollarsi ogni mese.
Cristina Tringali è una delle 11 donne incredibili. “Avevo 25 anni, lavoravo come photo editor e vivevo a Milano. E poi: cancro al seno”. Con queste parole inizia il suo racconto, fatto di forza e determinazione. Abbiamo avuto la fortuna di parlarne direttamente con lei.
Cosa diresti a una ragazza che ha appena scoperto di avere il cancro al seno?
"Ah, le direi così tante cose! Prima di tutto le direi di chiedermi tutto quel che vuole sapere, anche se probabilmente non saprò darle tante risposte. Le direi preoccuparsi, ma non troppo. Sarà un percorso difficile, lungo e fatto di tante attese, tante rinunce, tanta pazienza. Le direi di non sperare che chi le sta intorno la capisca. Al contrario, le direi di concedere agli altri di 'sbagliare', di essere confusi, di non sapere cosa possono dire, di non avere la minima idea di come poter aiutare. Durante il mio percorso, ho capito che è importante condividere le tue emozioni e le tue paure, rischiando qualche risposta del cavolo di qualcuno, ma finendo per creare i legami più profondi della tua vita con qualcun altro.
Infine, le direi di notare che si può festeggiare con una torta con gli amici a ogni tour in ospedale! La scelta di costruire dei bei ricordi durante il periodo delle cure è sempre nostra: per quanto un periodo possa essere difficile, sarà sempre parte della nostra vita…Tanto vale sfruttare l’occasione!".
Perché, secondo te, c'è ancora poca informazione?
“Perché fa paura, quindi meglio non parlarne! Come se così facendo il problema sparisse. C’è tanta vergogna, non si chiede e non si condividono i dettagli. Credo non sia colpa di nessuno: è un argomento molto, molto personale e anche io non davo importanza a certe conversazioni prima di ammalarmi. Nel mio piccolo mi sento molto fortunata e, se condividere la mia storia può aiutare anche solo una persona, sono un libro aperto! Se penso più in grande, sono grata per progetti come quelli di ghd Pink e Pink is Good: è importante sensibilizzare e far sì che sempre più persone siano informate sull’importanza della prevenzione”.
Qual è la prima cosa che hai fatto quando hai scoperto di essere guarita?
“Ho deciso di lasciare lavoro e casa a Milano per viaggiare senza piani. Ho prenotato un volo per New York, 5 notti in un ostello e il viaggio di ritorno 3 mesi dopo. Ero sicura che sarebbe stata un’esperienza di vita. Come dice Murakami “Cerca di pensare che la vita è una scatola di biscotti. [...] Ci sono sempre quelli che ti piacciono e quelli che no. Quando cominci a prendere subito tutti quelli buoni, poi rimangono solo quelli che non ti piacciono. È quello che penso sempre io nei momenti di crisi. Meglio che mi tolgo questi cattivi di mezzo, poi tutto andrà bene. Perciò la vita è una scatola di biscotti.” A quel punto, avevo decisamente finito i biscotti che non mi piacevano! Dopo una settimana nella Grande Mela, ho esibito un mio progetto fotografico in una galleria di Brooklyn. Qualche giorno dopo mi son trovata sulle bianche spiagge del Messico. Tornata a New York, ho deciso di frequentare l'International Center of Photography per due mesi e ho passato il mio 27esimo compleanno in una roulotte in California, da una cara amica che ha avuto un tumore al seno come me, fotografa come me, insegnate di yoga come me - e conosciuta tramite instagram durante le cure! Al mio rientro in Italia ho condiviso la mia esperienza a TEDxVarese e poco dopo mi son trasferita a Londra, dove sono attualmente. Direi che ho ben capito che bisogna essere aperti a ciò che la vita ci offre, non si sa mai dove si finisce!”.
Una frase/canzone/libro che ti ha aiutato
“'An entire sea of water can't sink a ship unless it gets inside the ship. Similarly, the negativity of the world can't put you down unless you allow it to get inside you' è stata la frase che ha segnato il mio percorso. La mia colonna sonora sicuramente l’album Nanna di Xavier Rudd. E il mio libro Nulla succede per caso di Robert Hopke".
Come hai conosciuto l'iniziativa di ghd?
“Ho saputo dell’iniziativa di ghd tramite il progetto Pink is Good di Fondazione Umberto Veronesi, per cui ho corso la mezza maratona di Amsterdam nel 2016: ho subito pensato fosse un’altra magnifica occasione per diffondere il messaggio della prevenzione e sostenere la ricerca scientifica d’eccellenza contro i tumori femminili”.
La collezione Take Control comprende la pluripremiata styler ghd platinum+, ghd gold® e il nuovo asciugacapelli professionale ghd helios, disponibili in delicate tonalità rosa cipria.
Per ogni vendita della collezione Take Control Now, ghd donerà fino a 10 euro a Pink is good, il progetto di Fondazione Umberto Veronesi nato nel 2013 a sostegno della ricerca scientifica d’eccellenza contro i tumori femminili.
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