Alexandre Blanc collezione primavera estate 2020
Alexandre Blanc sta emergendo nel panorama internazionale con il suo stile semplice e femminile che caratterizza anche la sua nuova collezione primavera estate 2020. Il tocco tipicamente francese del designer si sviluppa tramite l’uso di stampe colorate che lui stesso realizza, con un approccio decisamente pittorico. La femminilità è l’altro elemento caratterizzante del lavoro di Blanc, che è molto attento a esaltare la donna che veste i suoi capi, grazie a tagli precisi e una sensualità raffinata.
L’ispirazione è legata a ricordi di infanzia di un vecchio film che lo aveva affascinato da bambino e a riferimenti artistici che richiama attraverso la scelta di una palette tenue, ma colorata. Il lavoro dell’illustratore Léon Bakst lo ha quindi guidato nella scelta cromatica che si traduce in proposte ricercate, ma sempre facilmente indossabili. Riesce perciò a ricreare quella nonchalance tipicamente francese - cosa che è per lui evidentemente innata - grazie alla combinazione dell’idea di una donna ricca di fascino che affronta però la quotidianità.
La collezione primavera estate 2020 di Alexandre Blanc si concentra molto sull’uso del wrap-dress che viene declinato in una serie di versioni differenti. Una colomba logata ferma l’abito incrociato proprio in cima all’ampio spacco, che viene foderato da una bordatura di pizzo chantilly per rievocare i tessuti della lingerie. Questo concetto di sovrapposizione di tessuti, scoperti dall’incrocio degli abiti, è uno degli elementi ricorrenti. A questi si affiancano un abito camicia con mezza abbottonatura in fantasia regimental e un trench doppiopetto con un ampio collo sciallato. I completi sono formati da camicie in seta stampate su gonne con maxi piega frontale, che viene usata per celare, nuovamente, uno spacco sensuale. Quando a questi si abbina una giacca sciancrata beige, il risultato è una delicata ispirazione coloniale. Il tailleur è sicuramente il tocco di maggior sensualità, realizzato in un sottile panno di lana, con una giacca avvitata dalla scollatura bordata di pizzo.
Ecco cosa ci ha raccontato.
Come hai cominciato a fare moda?
Da bambino disegnavo molto e alcuni dei miei disegni erano già legati alla moda. Cercavo di copiare immagini degli show di Christian Lacroix o Jean Paul Gaultier con i colori a matita. Ho avuto molto presto l’idea di cosa volessi fare, quindi dopo le scuole superiori, ho iniziato come studente di moda a Parigi e così è iniziata la storia.
Come definiresti la tua estetica?
Credo di avere un’estetica francese. Mi piacciono le silhouette femminili con un taglio impeccabile ma con qualcosa di casual allo stesso tempo. La linea non è mai troppo controllata, ma troppo aderente anche se la vita è sempre molto segnata. Mi piace drappeggiare gli abiti direttamente sul manichino e anche i miei pezzi più sartoriali hanno qualcosa di drappeggiato. L’idea è quella di evidenziare sempre la donna più che il vestito. L’abito può essere sgargiante ma mai caricaturale.
Ho letto che hai avuto molte esperienze lavorative differenti come da Carven, Yves Saint Laurent e Balenciaga. Potresti dirci qualcosa a riguardo? Quali sono i tuoi ricordi?
Dopo i miei studi ho iniziato a lavorare da Yves Saint Laurent sotto la direzione creativa di Stefano Pilati. È stato incredibile perché a quel tempo era la mia casa di moda preferita e aver potuto lavorare con gli archivi rappresenta per me uno stupendo ricordo ancora adesso. Balenciaga è stato altrettanto incredibile perché non c’erano limiti alla creatività, i designer e l’atelier erano costantemente sfidati nel creare innovazione e un design moderno. Ho imparato molto anche con Guillaume Henry da Carven, con il quale condividevo molti riferimenti specialmente con i film francesi. Lui è molto attento ai dettagli, un vero perfezionista, il che è stato utilissimo per imparare essendo un giovane designer.
Qual è l’ispirazione della tua collezione primavera estate 2020?
Mi piace l’idea di essere in grado di combinare pezzi della precedente collezione con pezzi della nuova, quindi ho bisogno di trovare sempre un legame con ciò che ho fatto prima. Le stampe della collezione primavera estate 2020 sono ispirate a Léon Bakst, un illustratore noto per i manifesti del ballet russe dei primi del XX secolo. Mi hanno ispirato anche le stampe dei costumi. I colori e le silhouette della collezione sono legate a un film chiamato "Tout Feu Tout Flamme" del 1983 di Isabelle Adjani, un ricordo di infanzia. In questo film la protagonista Pauline sta sfuggendo a dei “cattivi” attraverso le montagne svizzere, indossando una lunga gonna bianca plissé e un maglione giallo. Alla fine c’è anche un finale positivo: lei si innamora, rinnova il legame con il padre, cambia lavoro e c’è perfino un caminetto. Quindi nella prospettiva di un bambino l’ho trovato un gran bel film.
Ho letto che disegni tutte le stampe e che poi le completi sui capi finiti. puoi spiegarci esattamente cosa fai?
Disegno le stampe con il gouache - un tipo di colore a tempera - su un grande foglio ispirandomi all’arte e poi le consegno a Sovratex un’azienda italiana di tessuti molto carina. Loro sanno molto bene come riprodurre questo tocco artistico sul tessuto. L’idea è quella di preservare il movimento del pennello. La base bianca del tessuto è sempre un po’ visibile su alcune parti della superficie così come sarebbe se fosse una tela per dipingere.
Quali sono i designer che ti hanno influenzato di più?
Yves Saint Laurent, Azzedine Alaïa, Alber Elbaz e Phoebe Philo.
Quali sono i tuoi desideri per il futuro?
Il mio obiettivo è quello di andare avanti con il mio brand e sviluppare l’idea di ricevere i clienti nel mio atelier. Mi piacerebbe fare i fitting con loro e aiutarli a trovare pezzi interessanti che possano abbinarsi al meglio con le loro personalità e il loro stile. Oltre a fare vestiti mi piacerebbe dirigere cortometraggi, quale miglior mezzo per mostrare le collezioni rispetto a una classica sfilata.
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