Meryl Streep è una scrittrice nel nuovo film “Lasciali parlare”
Cinema: torna l'accoppiata Steven Soderbergh + Meryl Streep
Inarrestabile Meryl Streep: dopo i due film targati Netflix Panama Papers e The Prom, l’attrice tre volte Premio Oscar torna in scena con Lasciali parlare, la pellicola intimista diretta da Steven Soderbergh, in esclusiva digitale dal 27 maggio.
La trama
Alice Hughes (Meryl Streep) è una scrittrice Premio Pulitzer piuttosto assertiva. Per recarsi oltreoceano alla cerimonia di premiazione per un altro riconoscimento letterario, la donna, che è impossibilità a viaggiare in aereo, inizia una traversata in nave in compagnia di due amiche storiche e dell’amato nipote. Durante il tragitto riemergono vecchi rancori dal passato, ferite ancora aperte e incomprensioni di varia natura. E a complicare questi equilibri già precari si aggiunge anche Karen (Gemma Chan di Crazy & Rich, deliziosa commedia su Netflix), la nuova agente, che partecipa di nascosto al viaggio per carpire dalla scrittrice qualche indizio sul prossimo romanzo.
Una donna in bilico
È in cima all’Olimpo della letteratura contemporanea, eppure la protagonista, con vari adattamenti dei romanzi per il cinema e la TV, usa il suo prestigio professionale come scudo dalle relazioni. Usa amici e familiari per trasformarli in eroi e antieroi letterari, ma poi non riesce ad interagirvi. Colpita dal blocco dello scrittore, Alice si sente davvero in balìa delle onde, ma stenta ad ammetterlo con chiunque, a partire da se stessa. E quel ritmo lento, inesorabile, quasi sacro, incornicia un’esistenza sospesa tra i fasti del passato e le incertezze del futuro.
Saggezza amara
Questa versione eterea di Meryl Streep diventa a tratti insondabili e a tratti spietata. La sua Alice, infatti, parla di amore e tradimento come facce di una stessa medaglia: a suo dire più si vuol bene a qualcuno e meno ci si cura di ferirlo perché in fondo si ha un’aspettativa di perdono a dir poco altissima. La performance squisita di questa dea del palcoscenico diventa affascinante e respingente al tempo stesso perché incarna una donna dall’impeccabile reputazione ma dalla dubbia etica. Nelle sue debolezze il pubblico rispecchia le proprie e diventa impossibile staccarle gli occhi di dosso.
Un trio ben assortito
Al suo fianco si trovano due colleghe pluripremiate, Candice Bergen e Dianne Wiest, nei panni di Roberta e Susan, amiche ai tempi dell’università e ora praticamente estranee. Tra loro l’elettricità è statica, perché le parole “scusa” e “ti voglio bene” sono sommerse da strati e strati di sentimenti irrisolti. A far da collante a questo piccolo gruppo eterogeneo ci pensa il giovane Tyler (Lucas Hedges), nipote di Alice, costantemente alla ricerca di un punto d’incontro tra le varie esigenze, di fatto l’unico a poter far breccia nella corazza della zia.
Zero retorica, niente favolette concilianti: le donne protagoniste restano coerenti con se stesse, orgogliose e agguerrite. Non chiedono scusa né permesso e va bene così, soprattutto in un periodo in cui il politically correct appiana tutto. Questo aspetto rende il film a dir poco insolito, quasi mistico quando erige l’imperfetta umanità a modello di vita. Chi cerca qualcosa di conciliante può rivolgersi altrove, mentre chi non aspetta altro che assistere ancora una volta alle trasformazioni imprevedibili della signora Streep non rimane certo deluso.
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