Artifact New York
A New York un particolare tipo di sito archeologico viene riportato alla luce, per conservare artefatti di natura molto diversa. Artifact New York è un’azienda e archivio di moda appena nata sul web (ma protetta da password) che si rivolge agli addetti ai lavori (stylist, giornalisti e stilisti). L’archivio ospita capi vintage dal valore inestimabile di Helmut Lang, Raf Simons, Margiela, Hedi Slimane, fra gli altri. Molti raccontano una storia unica, che si è formata passando di mano in mano. La collezione comprende anche capi stagionali molto difficili da reperire. L’azienda è stata fondata dal trio di (autoproclamatisi) “vintage nerd”, e “archeologi” Max Tsiring, Dominik Halas e Hugh Mo. Il sito, ideato in realtà da Tsiring qualche tempo fa, è stato rilanciato quest’anno e ha in archivio un numero impressionante di capi: quasi tremila. A differenza di un museo, però, che espone oggetti antichi che possono essere solo ammirati, ma non toccati, l’archivio di Artifact New York si può addirittura noleggiare.
Tsiring, Halas e Mo non sono veri archeologi, ma esperti di vintage autodidatti, ciascuno con anni di esperienza nel settore, a cominciare dall’usato. Con questo tipo di interessi di nicchia e con la loro particolare expertise, non deve sorprendere che le loro strade si siano incrociate. Per Tsiring e Mo, l’incontro fatale è avvenuto mentre erano in fila da Barneys New York per accaparrarsi i capi di una collezione appena uscita. In seguito, Max Tsiring ha comprato una t-shirt da Dominik Halas, e quando gli ha consegnato la merce a casa, è rimasto colpito perché c’era un capo di Raf Simons che spuntava dall’armadio di Max. Poco tempo dopo, i tre sono diventati amici e soci.
Conoscere il loro percorso personale è essenziale per capire le conoscenze profonde e la forza che caratterizzano la loro partnership. La storia di Halas, cresciuto in una famiglia slovacca molto rigida nel New Jersey, inizia a 13 anni, quando sua madre porta a casa un numero del New York Times Magazine. “Ho visto le foto della adv autunno inverno 2007 di Hedi, (Slimane, NdR) e ho pensato: “Questo sono io. Questo è quello che voglio fare”, ricorda molto vividamente. “I miei genitori decidevano tutto quello che dovevo fare. Mi hanno portato qui per farmi andare a scuola e diventare avvocato o medico. Decidevano anche tutto quello che dovevo indossare”. Dopo aver considerato il problema, la sua vita ha cominciato a prendere una nuova direzione. “Volevo fare quello che mi piaceva, e capire chi fossi, ma stavo anche entrando nella fase della pubertà e volevo avere delle ragazze, e vestirmi cool: è stato questo il vero motivo per cui ho cominciato a interessarmi di moda”, scherza Halas.
Mo, che è cresciuto nel Queens, ha sempre avuto un’indole competitiva. Che, insieme alla sua passione per il collezionismo, da ragazzo gli ha fatto attraversare fasi diverse fra collezioni varie e hobby. E diventava sempre un membro di punta di qualunque community facesse parte, come quando alle superiori si era avvicinato alla sottocultura delle sneakers. “Ero come un’enciclopedia”. Concorda con Halas sul “fattore cool”, e rivela le insicurezze che aveva nel passato. “A scuola ero bullizzato, avevo bisogno di diventare cool agli occhi degli altri. Era un modo per sembrare più figo di quello che ero in realtà”. Dopo aver finito il college, sempre sotto pressione perché doveva sostenersi da solo economicamente, Mo ha scelto di lavorare nel settore del collezionismo della moda, per lui l’ultima frontiera.
Tsiring, nato a Staten Island, all’inizio era entrato nel settore del resale per continuare a fare il musicista. Ha iniziato con un’estesa collezione di magliette vintage, poi ha preso a comprare e vendere capi molto richiesti, e avrebbe tante storie interessanti da raccontare sui suoi acquisti. Mo alla fine ha convinto Tsiring a rilanciare Artifact come servizio di noleggio, facendogli spesso questa domanda: “Di cosa hai bisogno per farti credere in questo progetto?” La risposta di Tsiring? Aveva bisogno di Halas, che aveva già esperienza nel settore.
Halas ha iniziato a collezionare capi vintage alle superiori dopo aver scoperto Yahoo! Japan. “In pratica è la versione giapponese di eBay”, spiega. Halas ha continuato a comprare e vendere quando era alla Brown University. Poi, il destino ci ha messo lo zampino, Halas ha notato un cliente che faceva spesso acquisti con lo username “HungryHippo113,” che poi si rivelò essere lo stylist emergente e collezionista newyorchese David Casavant, oggi molto apprezzato. Dopo averlo “assillato” per anni, Halas è riuscito a fare uno stage con Casavant mentre era alla Brown. Come ci è riuscito? “Lui voleva i vestiti, io volevo lo stage”, dice Halas, imperturbabile.
Ogni fondatore porta il proprio contribuito all’archivio, con i capi di abbigliamento, ma anche con la propria particolare esperienza. A differenza dei capi di fast fashion, che vengono buttati via dopo poche stagioni, quelli di Artifact sono vere opere d’arte, abiti creati con tale maestria che durano per sempre. E c’è l’uso, il passaggio da un proprietario all’altro, un elemento ulteriore di interesse. Ci sono poi le storie di ogni capo, come questo terzetto di maniaci del vintage li ha acquistati, in che armadi sono passati, e questo aumenta il valore straordinario dei designer iconici che li hanno creati. Un esempio perfetto? I capi fotografati per questo articolo. Un trench di Yohji Yamamoto che il designer aveva regalato (togliendoselo letteralmente di dosso) al suo maestro di karatè Richard Amos, a Parigi, in un giorno di pioggia nei primi anni '90.
Halas ha acquistato un capo di campionario dalla collezione primavera estate 2002 di Helmut Lang (“con il numero di uscita scritto a mano sull’etichetta”) che era stato indossato in passerella quasi vent’anni prima da Danielle Zinaich, modella e musa di Lang. Grazie ai potenti mezzi dei social e del passaparola fra creativi, Zinaich ha saputo che Halas aveva comprato il vestito e si è generosamente offerta di indossarlo ancora per questo shooting. La chiusura del cerchio. “Non potevo credere che qualcuno avesse quel vestito”, ricorda Zinaich quando è stata taggata nella foto su Instagram. “Ricordo benissimo quella stagione, tutta capi in rete e cut-out. Ricordo quando Helmut provava i capi su di noi, la precisione era fondamentale per lui. Quell’abito mi stava come un guanto”. Zinaich ricorda con affetto, “Era la sfilata più attesa. Fra il pubblico si sentiva un’energia, come in nessun’altra sfilata”. Cosa ha pensato quando si è infilata lo stesso vestito, quasi vent’anni dopo? “Be’, ero felice che mi entrasse ancora”!
Artifact oggi offre un servizio a noleggio in ambito editoriale, commerciale e creativo, e gran parte del lavoro è dedicato ai celebrity stylist che cercano capi per i propri clienti. I capi di Artifact sono stati indossati da Rihanna, Sza, le Haim, Young Thug, Travis Scott, Kanye e Kim Kardashian West, fra gli altri. Il capo più noleggiato? Un paio di pantaloni in pelle di Helmut Lang che erano di Heath Ledger, con la firma dell’attore sull’etichetta. E che prima ancora erano appartenuti a un regista che aveva diretto Ledger a inizio carriera.
Per il futuro, i tre soci intendono democratizzare la loro attività aprendo spazi fisici su entrambe le coste americane e poi espandersi anche in Europa, e stanno anche pensando di creare un sistema di soci. Nel frattempo, sono anche disponibili per consulenze, e sono molti i privati che chiedono di acquistare i capi. “Il nostro non è solo un servizio a noleggio. Il cliente paga anche per il nostro know-how su come si compra”, afferma Mo. “Le persone desiderano costruire un guardaroba di capi che non perdano valore, e non spendere soldi per cose che lo perdono subito”, dice Tsiring. “Siamo consulenti d’arte”, aggiunge Halas.
Costruire un archivio non è un esercizio che guarda solo al passato. Come spiega Mo, “Studiamo sempre le nuove collezioni, per capire chi sono i nuovi designer emergenti, chi è il nuovo Raf”, chiarisce Tsiring. “Un archivio non deve essere solo fatto di cose vecchie. I capi di Demna (Gvasalia, NdR) sono stati venduti molto velocemente, e ne hanno parlato tutti. E sono capi rari, proprio come alcune delle craezioni di Helmut Lang”. Non c’è dubbio, questo terzetto di appassionati è sempre sul pezzo, e di sicuro saprà riconoscere i designer che, un giorno, creeranno anche loro pezzi d’archivio degni di questo nome.
Team Credits
Photographer: Eric Chakeen (@ericchakeen)
Stylist: Kirby Marzec (@kirbymarzec)
Hair Stylist: Evanie Frausto (@evaniefrausto)
Makeup Artist: Ingeborg (@ingmakeup)
Casting Director: Caroline Moxley (@cmoxleyy)
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