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Paris Fashion Week 2020: anteprima sfilata Kenzo

Le parole di Felipe Oliveira Baptista e gli scatti della nuova collezione di Kenzo in anteprima per Vogue

Non ho mai iniziato una collezione con così tante domande di fronte a me e così tanti sentimenti contrastanti su presente e futuro.

La pandemia ha cambiato le nostre vite, le nostre abitudini, ha cambiato il modo in cui osserviamo le cose e le persone, ci ha reso diffidenti, insicuri, vulnerabili. Siamo impotenti, alla ricerca di certezze invisibili, restiamo in attesa e osserviamo. “Il mondo è malato, il mondo sta sanguinando, ma è ancora vivo. E finché c’è vita c’è speranza” esordisce Felipe Oliveira Baptista nella personalissima, emozionante nota che racconta la genesi della nuova collezione Kenzo primavera estate 2021, appena presentata a Parigi.

Baptista, nominato direttore creativo della maison nel 2019, condivide con questa sfilata dubbi e incertezze, stati d'animo contrastanti, riferimenti e idee tra le più varie che prendono vita liberamente, come un flusso di coscienza interiore filtrato solo dall'estetica iconica del marchio francese. “Il mondo piange, e piangono anche i fiori sulle stampe che abbiamo sviluppato per la collezione” prosegue Baptista a proposito dei papaveri e delle ortensie d'archivio che sfilano in passerella tra le lacrime, create digitalmente. “Ora più che mai, siamo oppressi da un senso d’urgenza di prenderci cura del nostro mondo e proteggerlo” aggiunge, lanciando il primo spunto per una riflessione approfondita sul rapporto tra uomo e natura.

Non mancano i riferimenti al mondo animale, da sempre vicino a Kenzo, che proprio qualche giorno fa ha annunciato un'importante partnership con il WWF per la salvaguardia delle tigri. Qui, però, si parla di api e apicultori, ispirazione per abiti e cappelli che invitano al distanziamento sociale di cui ancora siamo succubi; ma si ragiona anche su trasformazione e versatilità, speranza e paura, movimento e immobilità, rimanendo in bilico tra dicotomieper ritrarre una celebrazione della vita che è doppia”, precisa Baptista. E continua: “È ora di guardare le cose in modo diverso e da nuove prospettive. Ora di separare tutto e rimetterlo insieme in modo sorprendente, libero e innovativo, ma mantenendone il significato.

Un esercizio facile? Niente affatto. Solo le menti creative, infatti, riescono, libere da pregiudizi e lontane dalle idee più comuni, a rielaborare un pensiero in modo originale, organizzando in maniera nuova concetti ed esperienze. Per fortuna c'è chi, come Felipe Oliveira Baptista, ci è riuscito, e noi non possiamo che esserne felici, imparando da lui non solo a curare e a proteggere noi e il nostro pianeta, ma soprattuto a osservare avversità e problemi da un nuovo punto di vista, per poi scomporli e ricostruirli, magari a nostro (leggero?) vantaggio. 



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