Milano Fashion Week primavera estate 2021: best of Talents
L’atmosfera che ha caratterizzato questa Milano Fashion Week è stata sicuramente surreale. Non solo per la commistione tra il digitale e le sfilate tornate “fisiche”, almeno in parte, ma soprattutto per l’energia percepibile in ogni situazione ed evento. Per lunghi e difficili mesi tutti i designer hanno investito moltissime energie per riuscire a partecipare a questa edizione e lo hanno fatto presentando, molto spesso, lavori carichi di quell’energia che è finalmente riuscita a liberarsi dopo una pesante costrizione, come quella che noi tutti abbiamo vissuto durante la quarantena. Nell’alternanza quindi tra la realtà e il mondo virtuale la Milano Fashion Week è riuscita a ritornare per la primavera estate 2021, nel rispetto delle misure di sicurezza e delle necessità creative.
I designer di nuova generazione sono stati forse i più coraggiosi, proponendo le proprie collezioni quasi sempre in forma fisica, con risultati sicuramente interessanti. Ecco la selezione di Vogue Talents.
A-Cold-Wall* di Samuel Ross ha presentato in forma digitale un fashion film diviso in tre atti, attraverso i quali ha esplorato il rapporto tra il nostro nuovo modo di vivere e l’abbigliamento, rivedendo quest’ultimo secondo un profondo legame con la realtà. Partendo da un nero profondo la collezione si illumina, passando per colori accesi come il giallo senape, il rosso mattone e il carta da zucchero, per arrivare a un brillante bianco ottico. I capi sono un’interpretazione dell’activewear che si avvicina però in modo evidente alla vita quotidiana, proprio per facilitarne l’uso. I soprabiti, le sahariane e i gilet in duvet sono i pezzi forti su cui ruota questa collezione primavera estate 2021.
La collezione di MRZ di Simona Marziali era stata parzialmente presentata durante la scorsa fashion week di luglio. Adesso è stata completata e ampliata partendo proprio da quei concetti precedentemente accennati: l’arte di Alberto Burri e una dimensione rurale. Questi due temi sono interpretati sia da un punto di vista cromatico, con abbinamenti tra il bianco assoluto e colori neutri ma avvolgenti, che da una prospettiva legata alla lavorazione attraverso una maglieria incompiuta. La collezione si completa con tailleur in maglia che descrivono un’estetica maschile e si traducono in volumi oversize, abbinati a una maglieria a coste, sofisticata e grafica nel taglio.
Vincenzo Palazzo di Vìen ha intitolato la sua collezione Post Modern concentrandosi su messaggi di positività e speranza, in un’atmosfera decisamente punk. Lo sguardo è rivolto infatti al futuro, verso il quale il designer si rivolge con esortazioni benauguranti, citando la celebre frase di John Lennon “Everything will be okay in the end. If it’s not ok, it’s not the end” (tutto andrà bene alla fine e se non sarà così, non sarà la fine). La collezione si divide in un due macro-sezioni: da una parte sartorialità tendente allo scultoreo con blazer oversize che, con una goffratura, si arricciano lungo le pinces sollevandosi lateralmente; dall’altra invece un color-block realizzato con un patchwork di piccoli ritagli di tessuto o con maxi sezioni unite insieme, per abiti, top e gonne voluminose. Il tutto completato dalle calzature realizzate in collaborazione con Marsèll: sandali platform e derby che richiamano le ispirazioni punk.
Vivetta si è ispirata dalla favola di Esopo “La cicala e la formica” per immaginare una collezione vista attraverso la prospettiva di un piccolo insetto. La formica diventa infatti per Vivetta Ponti, un esempio di quella forza e perseveranza che spesso mancano e che invece dovrebbero rappresentare un modello comportamentale da emulare. I due personaggi del racconto dell’autore greco sono ricami sugli abiti che sempre portano con sé quel candore infantile che caratterizza il marchio. Il bianco e il nero fanno poi da sfondo ai colori delle decorazioni tra balze, camicie dal collo tondo e ampio e scamiciati romantici.
La femminilità di Sindiso Khumalo, designer sudafricana che ha debuttato sulle passerelle milanesi, seppur digitali, è fatta di riferimenti storici e stampe raffinate. Harriet Tubman fu un’eroina americana che riuscì a liberarsi dalla schiavitù delle piantagioni di cotone e salvare oltre settanta schiavi costretti a lavorare nell’estremo sud degli Stati Uniti. Partendo da questo personaggio, la designer ha voluto ricreare silhouette che ne hanno caratterizzato l’infanzia, per abiti decorati da delicate fantasie che richiamano il cotone e i fiori spontanei che crescono nelle zone in cui Harriet Tubman visse parte della sua vita. I colli ampi e bordati da piccoli volant insieme alle maniche a prosciutto e ai tagli a vita alta descrivono perfettamente quest’estetica vintage, che diventa moderna e sofisticata, oltre che carica di un messaggio di speranza.
La collezione primavera estate 2021 di Marco Rambaldi si intitola Auguri per Sempre e questa esortazione all’eternità è certamente percepibile. Finalmente Rambaldi è tornato con la carica di un tempo, fatta di colori brillanti, ma anche e soprattutto di uno spirito rivoluzionario che, sebbene mai sopito, si era di sicuro “tranquillizzato”. Per questa nuova stagione invece il designer ha voluto marciare per le strade della città per mostrare fieramente cosa significa essere accoglienti e aperti, così come umani. Con lui sono tornati i crochet multicolore abbinati a un patchwork variopinto di stampe vecchie e nuove; ma anche i suoi cuori intarsiati o stampanti che vibrano però di una forza rinnovata. Brillante la collezione, brillante il casting, brillante l’augurio!
Il brand Act N°1 di Galib Gassanoff e Luca Lin ha scelto una modalità assolutamente potente per presentare la collezione primavera estate 2021, una delle più interessanti della Milano Fashion Week. I concetti di partenza sono sempre legati al multiculturalismo che rappresenta un baluardo dell’ispirazione del duo e sono poi rivisti in una chiave critica che affronta la situazione attuale. Una stanza di vetro e l’isolamento che racchiude rappresentano il fulcro intorno al quale la collezione è stata presentata, in un’alternanza tra interno ed esterno, affolamento e solitudine. I maxi volant asimmetrici e dai toni saturi circondano i capi iper-femminili, come i blazer che si fondono con i body; la seta viene invece scelta per abiti fluidi bordati da sottili ruches che completano, quale delicato decoro, le stampe floreali e naturalistiche, così come le incrostazioni di Swarovski.
Gilberto Calzolari ha presentato la collezione Tilt System Volume 2, che rappresenta un ampliamento di quella presentata lo scorso febbraio con lo scopo di mantenere un approccio “year-long”. La collezione quindi è una naturale prosecuzione della precedente che già fondeva le stagioni, proprio per contrastare quella caducità che normalmente consegue al consumismo esasperato. I colori tornano a essere protagonisti in un mix tra silhouette vintage e tagli maschili, spesso enfatizzati dalle fantasie tradizionali come il vichy e il pied de poule. In questo caso però una vena punk ha preso il sopravvento caratterizzando alcune delle proposte, oltre che il mood della video-presentazione. Il tutto sempre in linea con l’approccio ecologico del designer che ormai rappresenta la sua firma inconfondibile, seppur invisibile. Un esempio, il seaqual, un poliestere ottenuto dal recupero della plastica raccolta in mare.
Rico Manchit Au, la designer del brand Ricostru, propone una collezione caratterizzata da colori vibranti e saturi, affiancati da toni metallizzati. Tutti i capi sono rifiniti con elementi in metallo come le catene i cui anelli alternano circonferenze impercettibili a dimensioni ipertrofiche. Cappotti-vestaglia, abiti e completi sono quindi pensati in una versione monocolore, decisamente brillante, che contrasta con la scelte di uno sfondo moderno, e quasi asettico, dello “spazio” della presentazione digitale.
La collezione primavera estate 2021 di Shuting Qiu la rappresenta totalmente. Il mix di stampe in un effetto a metà tra il patchwork e il color-block continua a essere il suo tratto distintivo, insieme a una decisa propensione verso l’innovazione delle silhouette. Blazer in fantasie regimental, mini abiti che combinano stampe floreali di ispirazione varia e tailleur con shorts ampi, sempre decorati da fantasie fiorite, sono i protagonisti principali per la prossima stagione estiva. Il tutto presentato su una spiaggia con sdraio, gelati e palloni vintage tra i quali la donna Shuting Qiu spicca per eclettismo e vivacità.
Tra i progetti presentati durante questa Milano Fashion Week meritano certamente di essere menzionati la collaborazione tra Tomo Koizumi ed Emilio Pucci, una vera rappresentazione artistica delle classiche vele della maison fiorentina, così come il progetto “We are Made in Italy” organizzato da Camera Nazionale della Moda Italiana con Black Lives Matter in Italian Fashion - Collective, un collettivo di cinque designer, scoperti da Michelle Ngonmo, che hanno presentato una collezione frutto di una cooperazione.
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