Skip to main content

Moda 2021: Angela Missoni racconta la nuova collezione

Missoni presenta la collezione 2021

Ci faremo ancora incantare dalle tendenze o punteremo su un guardaroba “capsula” più duraturo? In occasione della Milano Fashion Week abbiamo incontrato Angela Missoni, terzogenita di Ottavio e Rosita, che ha traghettato “gli affari di famiglia” nel nuovo Millennio, dando nuovo slancio e vigore al marchio che ha contribuito a innalzare il valore del Made in Italy. Da un piccolo laboratorio di sole tre macchine per maglieria ai negozi di tutto il mondo: i Missoni  hanno rivoluzionato il knitwear e hanno dato un contributo al loungewear, così come lo conosciamo (e apprezziamo oggi).

STEFANIAZANETTI
STEFANIAZANETTI

Leggete l’intervista e guardate il video - in esclusiva per Vogue - che mostra la collezione 2021

Com'è cambiata la moda in quest’ultimo anno e in modo particolare il rapporto con l'abito indossato?
Dobbiamo fare un passo indietro e avere una visione più completa della moda: prima del 2000 ogni decennio è stato definito con elementi e tendenze ben precise e riconoscibili; dal 2000 al 2019 abbiamo assistito a una corroborante espressione del “sé” attraverso il mix and match di elementi appartenuti a epoche passate e diverse tra loro, sempre alla ricerca di un look unico e personale. Con il 2020 non si è solo inaugurato un nuovo decennio ma abbiamo assistito a un cambio sostanziale: il lockdown ha segnato profondamente le nostre vite, così come la moda. Capi e accessori loungewear hanno espresso una necessità, quella di vestirsi con comfort e hanno fatto la loro apparizione del nostro armadio, nella nostra quotidianità.

Parliamo del loungewear: da realtà timida a tendenza che ha segnato profondamente l’ultimo anno…
Esattamente, e Missoni ha sicuramente precorso i tempi. Ho recentemente ritrovato un’intervista a mio padre in cui dichiarava che tra vent’anni avremmo scelto un abbigliamento più comodo, in particolare la tuta. Lo diceva lui, un uomo che era solito indossarla. Era il 1983. Il comfort è nel DNA di Missoni, proprio come lo è nella maglieria.

STEFANIAZANETTI
STEFANIAZANETTI

Viviamo un momento cupo. Avremo ancora voglia di scegliere i vestiti e di indossare i colori?
Arriverà il momento in cui avremo voglia di indossare qualcosa di nuovo e di diverso. Sarà un bellissimo slancio e coinciderà con un nuovo passaggio fondamentale perché significherà che tutto quello che stiamo vivendo è definitivamente passato. I colori, però, non possono sparire: ci aiutano ad affrontare con coraggio il domani.

La collezione che hai presentato con questo short film non ha una stagionalità specifica, rappresenta un guardaroba completo – primavera, estate, autunno, inverno - che vuole durare nel tempo. Ne escono due aspetti, uno legato al concetto di sostenibilità, l’altro alla memoria affettiva…
Ho sempre sostenuto l’idea che Missoni è una delle aziende più sostenibili proprio perché i nostri capi durano nel tempo. Siamo insieme tendenze, originalità e qualità: tutto questo ci permette di essere sempre “moda” e di non uscire mai dal guardaroba. I nostri capi fanno parte della storia di chi li sceglie e li indossa. Una sorta di “capsula del tempo”.

Qual è la “capsula del tempo” di Missoni?
Il cardigan Missoni è un capo che non passa mai di moda e può accompagnare durante tutto l’arco della vita. Il mio è però un trench nero con zig-zag bianco che ho piacevolmente notato essere lo stesso di Meryl Streep. L’attrice ha dimostrato un particolare affetto per questo capospalla Missoni, perché l'ha indossato più volte in un arco temporale molto dilatato, ed interpretato in modo completamente diverso a seconda dell’occasione, dalla conferenza stampa al tempo libero.

STEFANIAZANETTI
STEFANIAZANETTI

Quali sono le sfide che ha dovuto affrontare in questo cambio di formato, dalla sfilata allo short film?
Meno adrenalina e senza l’incognita di quello che può accadere in passerella: mi ricordo perfettamente di Gisele Bündchen (nella collezione primavera estate 2003, ndr), che cammina con passo deciso nonostante il sandalo rotto. Rimango tuttora impressionata dalla sua professionalità, di come ha sfilato con nonchalance. Lo short film ha una produzione completamente diversa, si gira per ore per poi montare un video di pochi minuti, un contenuto che non è più solo per gli addetti al settore ma che viene visto direttamente dai clienti e fa leva sulle loro emozioni.

Da poco è trascorso il centenario dalla nascita di Ottavio Missoni. Qual è stato un pensiero o una lezione che ti sono serviti per affrontare questo periodo?
Mio padre ha sempre avuto una visione molto precisa: la sua storia e il suo vissuto sono stati un continuo allenamento alla vita stessa. Questo gli ha permesso di cogliere il buono che c’è, con molta lucidità. Penso a come avrebbe affrontato questo periodo: con la Gazzetta dello Sport, un libro o le parole crociate, seduto in poltrona o impegnato in qualche esercizio fisico. Paziente, con il suo maglione colorato e i pantaloni della tuta, avrebbe detto “Se c’è soluzione perché ti preoccupi? Se non c’è soluzione perché ti preoccupi?”.

English text at this link



from Articles https://ift.tt/3aLQWKP

Comments