Milano Fashion Week 2021: la collezione di Marni
Alla Milano Fashion Week 2021, Marni presenta un'interpretazione artistica della moda
Un impressionismo al contrario quello di Marni, che dalla presentazione en plein air della passerella ci trasporta nell'intimità delle mura domestiche e di un pranzo fra amici. Tutto si svolge in un setting improvvisato, una casa che è camera e poi corridoio, in un'alternarsi di inquadrature psichedeliche. Wu Tsang dirige il film che sostituisce lo show in loco, e il risultato è quello di un'allucinazione fra sogno, incubo e visione.
Per l'autunno-inverno 2021, Francesco Risso ripensa lo stile della maison in chiave pittorica, rompendo la parere divisoria che da sempre ha separato, ma non opposto, arte e moda. Una decostruzione di forme e colori quella del direttore creativo, che pensa a volumi esagerati, a dettagli strappati e sfumature in dégradé per accomunare il tessuto alle tele di Mark Rothko e alla visione socio-politica dell'abbigliamento di Michelangelo Pistoletto nella sua Venere degli Stracci.
Il mood è quello di un vestiario in rivolta, che rifiuta l'etichetta e i limiti per indulgere nell'eccesso: i capispalla sono piumini trapuntati oversize, un design ibrido di giacca e stola; la sneaker abbraccia la punta lunga delle calzature anni 70, sconvolgendo la sua silhouette tradizionale. L'abito è incrocio fra il guardaroba di un'odalisca e quello di una ragazza punk rock nella Londra anni 60, che sfoggia cristalli e bijoux kitsch (ma non troppo), con catena color oro e funghi rossi come pendenti.
La stessa palette ricorda le tonalità acide e fluorescenti di un murales British, con verde, viola e rosa che si alternano ad argento e burgundy. Tocco di classicità nelle borse, da polso e in un marrone scuro e lucido, una scoperta da armadio delle antenate che resta ancora oggi attuale ma lievitata in dimensioni oversize. Mixando un principio di moda vintage e di sperimentazione futuristica, Marni conferisce alla Milano Fashion Week 2021 un tocco gotico e a tratti sovversivo, invito a una rivolta stilistica e allo scardinamento dell'equilibrio di forma, proponendo capi difficili da indossare, difficili da comprendere, ma necessari per inoltrarsi in una moda che non è più abbigliamento, ma opera d'arte.
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