Giornata dell'orso polare 2021: una specie a rischio di estinzione
Giornata mondiale dell'orso polare, 27 febbraio.
Ancora una volta il WWF ci ricorda l'importanza di prenderci cura, dal singolo alla comunità (mondiale), di una problematica ormai diventata insostenibile: il riscaldamento globale.
Il simbolo della crisi climatica (l'orso polare oggi si aggira dai 16mila ai 31 mila individui) dipende dalla presenza di ghiaccio marino che un tempo si estendeva dal Polo Nord alla Baia di Hudson meridionale, dove nello specifico in 5 anni dal 2011 al 2016 si è passati da 943 a 780 animali.
E il processo non si arresta: alla fine della scorsa estate si è drammaticamente registrata la minore estensione di ghiaccio dagli anni '70. "Nel novembre 2020, mese in cui il ghiaccio dovrebbe espandersi e irrobustirsi per permettere agli orsi polari di cacciare, si è assistito al fenomeno opposto: il ghiaccio della baia che si era appena formato si è frammentato a causa di temperature troppo alte."
Un disastro preannunciato di cui siamo responsabili senza scuse.
Sono passati circa 10 anni dalle performance dell'artista inglese Mark Coreth, che con Ice Bear Project scolpiva nelle piazze di città significative una scultura in ghiaccio rappresentante un grosso orso polare dalle dimensioni quasi reali (lungo 4 metri, alto 2). Con il passare del tempo e il contatto con i passanti invitati a toccare l'opera, si assisteva allo sciogliersi dell'animale che pian piano rivelava uno scheletro in bronzo: un solenne memento, una riflessione necessaria sul cambiamento climatico in atto.
Dieci anni dopo si potrebbe immaginare che qualcosa sia migliorato, che si sia tentato di invertire questo disastroso processo. No.
Deforestazione, agricoltura non sostenibile e molte altre le cause che minacciano giorno dopo giorno l'estinzione di numerosi animali e come ci ricorda il direttore scientifico del WWF, Marco Galaverni, intervistato nel numero di gennaio di Vogue Italia "dalla biodiversità dipende la sopravvivenza della nostra specie."
Fa strano pensare che la sopravvivenza del più grande (e maestoso) carnivoro terrestre del Pianeta, sulla carta un animale davanti a cui tutti tremerebbero (forse a esclusione di Leonardo di Caprio in Revenant, ma solo con la promessa di un Oscar), sia messo gravemente a rischio dall'uomo.
"Se il riscaldamento globale continuasse con il trend attuale, nel 2035 il mare Artico potrebbe essere privo di ghiacci nei mesi estivi e l'orso polare non avrebbe più il suo habitat: costretto a vivere in superfici sempre più ridotte e con un numero di prede sempre minore, rischierebbe di sparire per sempre".
Nel nostro piccolo, ci sono due cose che possiamo fare oltre ovviamente a seguire "i comandamenti" del cittadino responsabile (abbassa, spegni, ricicla, cammina): adottare simbolicamente un individuo della specie (o magari valutare un'adozione multipla, non solo per festeggiare un'occasione speciale) e continuare a informarci sensibilizzando anche chi ci sta intorno sulle problematiche legate al clima.
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