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Occhiali da sole 2021: la capsule Etnia Barcelona fotografata da Mous Lamrabat

Mous Lamrabat ha uno stile unico e inconfondibile: nelle sue immagini, l’estetica occidentale incontra quella araba in una fusione perfetta senza sbavature. Lamrabat ha origini marocchine ma è cresciuto in Belgio e ha l'incredibile capacità di creare un mondo ricco di citazioni iconografiche, mettendo al centro di ogni scatto il fascino della poliedricità culturale. È proprio questa peculiarità del suo lavoro che ha spinto Etnia Barcelona, marchio di occhiali indipendente presente in oltre 60 Paesi, a lavorare con il fotografo per la campagna della nuova capsule collection Eufluoria. “Volevamo enfatizzare la nostra identità più ‘etnica’ senza sacrificare la componente fashion. È sempre più difficile trovare progetti o persone che facciano davvero la differenza. Per me, Mous in questo momento è uno dei punti di riferimento nella fotografia di moda” racconta il creative director di Etnia Barcelona, Edu Pitarch. “Ci siamo ispirati ai colori e al make-up della serie TV HBO Euphoria” continua, descrivendo il processo creativo dietro Eufluoria. “Il punto di partenza è stato immaginare tre segmenti di persone che abbiamo classificato come Rich, Smart e Sexy. Sulla base di questa suddivisione abbiamo creato tre modelli di occhiali, Kennedy, Einstein e Kahlo. I materiali per le montature combinati a sandwich (acetato più lastra metallica), prodotti in Italia, conferiscono alla collezione un look solido e moderno”.

Un’esplosione di luce carica di energia positiva, Eufluoria è un viaggio nel mondo psichedelico e sofisticato del brand che si contraddistingue per lo studio e l’applicazione del colore. Ideata e creata nel corso del 2020, questa capsule collection è carica di contrasti e tonalità fluo. Una sfida emozionante per Mous Lamrabat, che con i suoi scatti ha esaltato la caratteristica che più definisce il brand Etnia Barcelona: il colore. Gli abbiamo fatto qualche domanda per sapere di più sulla sua collaborazione con Etnia Barcelona e per approfondire il suo percorso creativo.

Come è nata la collaborazione con Etnia? 
Il team di Etnia voleva collaborare con me da tempo, ma c’era sempre qualcosa che ce lo impediva, poi con il coronavirus ovviamente le cose sono diventate ancora più difficili. A un certo punto eravamo davvero stufi di rimandare e abbiamo deciso mi avrebbero spedito gli occhiali da sole e io avrei scattato le foto qui a Ghent, in Belgio.
Avevo davvero bisogno di fare qualcosa di divertente, e quando Etnia mi ha proposto di collaborare con loro, ho pensato che non avrei potuto fare una serie di scatti troppo “seri”. In qualche modo, volevo sentirmi un po’ “sciocco”. E anche gli occhiali da sole mi sembravano molto divertenti. Da lì è partito tutto. Conosco una hairstylist incredibile, Sanne Schoofs, così le ho chiesto di fare qualcosa insieme ed è stato pazzesco!
Credo che l’unico modo per stare meglio quando ci si sente giù sia fare qualcosa di piacevole, creare dei momenti in cui divertirsi. Questi shooting per me rappresentano proprio questo: sono momenti in cui mi fermo e cerco di fare qualcosa di divertente, aiutano la mia stabilità mentale. Hai presente quella sensazione quando ti senti un po’ giù di corda, e magari c’è un incontro, o una riunione, e non hai nessuna voglia di andare, ma alla fine magari ci vai, torni a casa e ti senti super elettrizzato? Gli shooting mi fanno sentire proprio così.

Come si è sviluppata la collaborazione con il direttore creativo?
Credo sia stato il briefing più breve e facile che abbia mai fatto! Con Edu abbiamo avuto una sola call su Zoom, più che altro per conoscerci meglio, dove mi ha detto che adora il mio lavoro e che mi dava la libertà di fare quello che volevo. Non credo di aver mai lavorato in modo così snello. E spero che le cose possano andare sempre così. Mi rivolgo a tutti i direttori creativi che stanno leggendo: date più libertà creativa agli artisti con cui collaborate, vi sorprenderanno. Anche noi artisti possiamo essere molto creativi!

Che cosa ti piace della collezione di Etnia? E quali elementi volevi mettere in evidenza con i tuoi scatti? 
Mi piace molto l’elemento giocoso dei modelli e dei colori. Sono “divertenti e pop” e io volevo trasferire proprio queste due cose nelle immagini.

Come lo hai fatto?
Ho scelto colori forti e vivaci perché anche la collezione è molto colorata. Ho cercato di usare un colore per l’intero sfondo, e poi ho aggiunto i piccoli dettagli, cioè gli occhiali da sole. Volevo anche essere sicuro che, anche senza gli occhiali, fossero comunque delle belle immagini. Ed è quello che cerco di fare sempre quando faccio lavori commerciali. Ad esempio, ho scattato un adv per una griffe di borse, e le mie foto, senza le borse, saranno esposte nel Photo Museum Antwerp (FOMU) a maggio.

Come applichi la tua visione di artista al lavoro su commissione?
Be’, ci sto arrivando, molto lentamente. Per il lavoro su commissione ci sono sempre vari aspetti da prendere in considerazione, ci sono dei confini… Ma da circa un anno mi è stata data più libertà, è una cosa che apprezzo. In ogni caso, anche se ho più libertà, sono sempre attento alle esigenze del brand. Voglio dire, devo farlo. Quando si tratta di lavoro su commissione devi sempre considerare l’“immagine” del marchio. Comunque credo che ci siano sempre meno regole per quanto riguarda le collaborazioni con i brand, forse anche per quello che è successo con la pandemia: vedo moltissimi brand che sperimentano con cose nuove.

Quando si parla del tuo lavoro, tutti enfatizzano le tue origini marocchine. Ma c’è sicuramente dell’altro… Da dove vengono le tue ispirazioni, al di là delle tue radici, che comunque sono molto presenti nelle tue fotografie?
Trovare nuove ispirazioni per me è un’ossessione, in ogni momento della giornata! Mi piace andare in Marocco perché è un luogo pieno di ispirazioni. Ed è per questo che gran parte del mio lavoro è stato realizzato lì. Ma devo essere sincero… Non vedo l’ora di poter ricominciare a viaggiare, a vedere posti nuovi… credo che farebbe crescere il mio lavoro! 
Le ispirazioni nascono dalle cose nuove che vedo, e non credo valga solo per me, credo che sia un tratto comune a tutti gli artisti, è normale che sia così. Io sono innamorato della cultura, qualunque essa sia. La cultura è qualcosa che voglio vedere e creare ovunque.

Quali sono i tuoi valori di artista? E come li hai trasposti nella collaborazione con Etnia Barcelona?
La mia intenzione è sempre quella di comunicare un senso di positività e ispirare le persone. La gentilezza è tutto, e dovremmo essere in grado di mostrarla sempre. Non fraintendermi, ci sono anche giorni in cui penso “a che serve tutto questo?”. È una difficoltà con cui si ha a che fare di tanto in tanto. So bene che è un periodo difficile e che molta gente vive forti tensioni… Per questo volevo partire dal fattore “positività”. Questa è una serie che parte da un’idea: quella di “non prendersi troppo sul serio”!



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