Il Colosseo di Roma torna a splendere con il restauro firmato Tod's
Il Colosseo di Roma torna a splendere: 45 restauratori, 14 archeologi, 14 operai edili, 4 ingegneri, 3 architetti e 2 geometri, queste le figure professionali che hanno lavorato per portare a termine il meraviglio restauro del simbolo italico più importante, riconosciuto a livello internazionale. Dietro a questo progetto ambizioso, c'è anche l'imprenditore e Uomo illuminato, Diego Della Valle.
L'opera, eretta al posto dello stagno della Domus Aurea di Nerone, iniziata sotto Vespasiano, viene inaugurata nell'80 d.C. con Tito offrendo così al popolo “pane et circenses”. Giochi, lotte tra uomini e animali, tra gladiatori, sono tante le storie che animano questo monumento d'epoca Romana, oggi cuore della Capitale, nonché una delle mete turistiche più ambite a livello internazionale.
Il Gruppo Tod’s è infatti orgoglioso di aver preso parte al restauro del Colosseo, contribuendo a restituire al mondo intero un simbolo della storia di Roma e dell’Italia. Oggi, in un momento cruciale della contemporaneità, appare come una rinascita l'annuncio della fine della seconda fase del progetto, diventando così un segno concreto per la ripresa del Belpaese. Il piano degli interventi per il restauro del Colosseo, iniziati nel 2011, è un progetto voluto dall’allora Commissario Delegato per le Aree Archeologiche di Roma e Ostia Antica, in collaborazione con la Soprintendenza Speciale per il Colosseo e l’area archeologica di Roma e realizzato grazie al supporto del Gruppo Tod’s.
La seconda fase dei lavori, iniziati nel dicembre 2018, sotto la guida del nuovo istituto autonomo Parco Archeologico del Colosseo, ha interessato l’area degli ipogei, “un monumento nel monumento" che corrisponde alla parte dell’anfiteatro sottostante all’arena e, in età antica, invisibile agli spettatori. A conclusione dei lavori è stata installata una passerella lunga 160 metri accessibile a tutti, restituendo così ai visitatori del Colosseo un’area che mai prima d’ora era stata praticabile.
Per l'occasione abbiamo intervistato Diego Della Valle, Presidente e Amministratore Delegato del Gruppo Tod’s, l'imprenditore dietro cui si cela l'Uomo illuminato.
Perché è importante investire nella cultura per scrivere il futuro?
La cultura è anche un fattore di business: quando milioni di turisti arrivano in Italia e vedono il nostro “lifestyle”, vuole dire che vedono un bel monumento ma anche tutte quelle cose che qui si possono produrre da piccole e medie aziende artigianali, anche a conduzione familiare: questo si può considerare un enorme “volano” per l'economia del nostro Paese. Le imprese devono essere responsabili, diventando un esempio.
Il Colosseo a Roma, è il cuore dell'Italia: come immagina il futuro tra 10 anni?
Immagino che da qui a 10 anni ci sia un investimento importante nel restauro dei grandi e piccoli monumenti italiani, non solo quindi per le città più rinomate ma per tutte quelle opere dislocate nelle province più piccole. Penso che ci possa essere una fruttuosa collaborazione tra il pubblico e il privato, per ottenere grandi risultati e anche in fretta. M'immagino una situazione normalizzata, tendente al “bello”: un Paese che sfrutta al meglio la forza del territorio, della cultura - e quindi della bellezza -, contribuendo così a un'importante operazione economica.
È stato portato a termine un lavoro di restauro immenso. Dobbiamo però prendere atto che il fattore "culturale" è fondamentale per preservare l'opera eseguita, ma troppo spesso turismo e cittadini non dimostrano rispetto per l'ambiente. Il Covid-19 ha cambiato qualcosa nel rapporto Uomo-Natura e Uomo-Cultura?
Questa tragedia ha cambiato tante cose: mi auguro che il rapporto tra le persone migliorerà sempre di più, soprattutto tra i giovani che hanno subito questa situazione in modo drammatico. Quando si pensa al non rispetto per ciò che ci circonda, dallo sfregio dei monumenti al nervosismo dei rapporti umani, mi auguro che con un coinvolgimento collettivo di imprese importanti, presa di coscienza da parte dei giovani e sostegno della politica, si possa avere la "quadratura del cerchio", per attuare un processo di sensibilizzazione delle persone verso le opere d'arte così come l'impegno sociale del singolo. Per quanto riguarda le imprese più importanti, che sicuramente hanno l'obiettivo di fare profitto, queste non si devono dimenticare di redistribuire al territorio parte della fortuna che possiedono.
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