New Opening: il primo negozio di Bode
Ha inaugurato il suo primo negozio a New York Emily Adams Bode, la designer trentenne che ha lanciato la sua griffe omonima di menswear tre anni fa. Il negozio si trova in Hester Street a Chinatown, il vivace quartiere della città in cui oggi bazzica la gente “cool”, grazie a negozi chic di cui tutti parlano, ristoranti e bar spuntati qua e là negli ultimi anni. Nei pochi anni dal lancio del marchio, la stilista ha ottenuto un successo travolgente nel mercato del menswear e nella fashion industry internazionale. Facciamo un piccolo riassunto: l’anno scorso Bode era in finale per il CFDA Vogue Fashion Fund e anche per i premi LVMH e Woolmark. Nonostante il successo fulmineo, è impossibile ignorare lo stato in cui oggi versa il mondo del retail, con tanti negozi, dalle piccole boutique a una vera istituzione a New York come Barneys, che chiudono i battenti. La domanda sorge spontanea: perché aprire un primo negozio proprio adesso?
Eppure, per chi segue da vicino le vicende del brand, non sorprenderà di certo sapere che il passo successivo, seppur impegnativo, sarebbe stato proprio il retail. E questo perché per Bode il rapporto personale con il cliente è sempre stato fondamentale. Il negozio aperto in Hester Street, progettato da Green River Project, uno studio di design diretto dal fidanzato della stilista, Aaron Aujla e da Ben Bloomstein, riflette al meglio il senso di nostalgia familiare e avvolgente che il brand rappresenta, che si ritrova nei capi che fino ad ora si potevano ammirare solo online o alle sfilate. E oggi, tutto questo diventa tangibile.
Non è stato certo facile dar vita al mondo di Bode, ma Aujla e Bloomstein lo hanno fatto in un modo che sembra davvero un atto d'amore. Lo store è un mondo a sé stante, lontano dalla confusione frenetica di New York. Le pareti sono foderate con pannelli di legno tinti con il caffè e inchiodati a mano, ispirati alle case nel Nordest degli USA degli anni '50, come quelle progettate da Marcel Breuer. Ogni dettaglio è studiato con attenzione e in linea con l’estetica del brand, e influenzato anche dalla storia familiare della stilista. “Non volevamo mettere opere d’arte nel negozio, ma oggetti che appartengono al passato di Emily, come il passaporto di sua mamma, o gli orecchini della nonna, con una foto di lei che li indossa”, spiega Aujla. Fra gli altri elementi di arredo, alcuni pezzi di antiquariato raccolti qua e là, come la fontanella funzionante che proviene da un edificio di Chicago degli anni 90 del 1800, scovata ad Atlanta in uno dei mercatini preferiti di Emily.
“Ben e io volevamo che il negozio sembrasse artigianale, come se tutto quello che c’è dentro avesse un suo passato. Il design contemporaneo e in particolare il retail hanno una velocità e un’accessibilità che non sono elementi affini a Bode”, afferma Aujla. Con il nuovo negozio Bode di Hester Street oggi la stilista può entrare in contatto con un pubblico più vasto in modo più diretto. E speriamo che sia proprio questo legame più personale e umano la risposta alla crisi del retail.
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