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La Semaine Paris. Nasce il brand di Gabrielle Caunesil

Eleganza alla parisienne, un guardaroba versatile, audace e un po’ rétro. Questa l’essenza stilistica di La Semaine Paris, il brand (con già 35mila follower su Instagram) che è stato fondato da poco da Gabrielle Caunesil, 29 anni, modella e che ha già 35mila follower.

Raccontaci dell'idea: quando e perché hai deciso di fondare il tuo brand?

Ho sempre amato giocare con i vestiti. Fin da bambina mi piaceva crearli, andavo nel guardaroba della nonna, sceglievo qualche pezzo, lo ritagliavo e lo riadattavo. La moda è una forma d’espressione personale, un abito ti può far sentire femminile o meno, può addirittura farti sentire più forte. Direi che io ho un approccio emotivo alle mie scelte fashion. Così se prima lo facevo solo per me, a un certo punto ho deciso di farlo anche per altri, prima i miei amici, poi le mie damigelle. E poi… è nata La Semaine Paris. L'idea era quella di creare look diversi per ogni giorno della settimana, dal giorno alla notte, pezzi versatili, chic e facili da abbinare. Non si tratta solo di moda, La Semaine Paris è un marchio di lifestyle.

Dove hai trovato l'ispirazione per la prima collezione?

Adoro il vintage: l'abbigliamento, i gioielli, il design. La mia ispirazione viene da lì. Tutti i pezzi hanno un mood retro e un tocco audace, proprio come le nostre anime. Dico “nostre” perché il brand nasce da un team di donne che vivono a Parigi, la città dove sono cresciuta. Per la prima campagna, per esempio, ho deciso di lavorare con un'amica di sempre Maeva Marshall, che rappresenta per me la perfetta parigina moderna. La sua bellezza è particolare, forte. E abbiamo deciso di non ritoccare nessuna delle immagini della nostra campagna perché crediamo nell'empowerment delle donne vere e nella trasparenza.

Puoi descriverci materiali e forme?

Per la nostra prima capsule, L'origine, abbiamo usato resti di tessuti moda. Lo spreco durante la produzione è folle e inquinante. Così recuperiamo anche gli sfridi della nostra produzione creando pezzi unici come accessori per capelli, spille. Obiettivo è rendere la moda circolare. Sulle forme vorrei sottolineare due aspetti della collezione: siamo tornati a usare le spalline sulle giacche, perché danno forza e potenza; pantaloni e le gonne invece sono a vita alta perché amiamo rendere le silhouette più snelle possibile.

Nel tuo manifesto parli di femminismo: cosa significa essere femminista per te oggi?
Anche mio padre in famiglia era femminista: mi è stato detto fin da bambina che donne e uomini sono uguali. Quando ho iniziato La Semaine Paris, volevo che questo valore fosse fondante. Volevo creare un team di donne, con la stessa passione e gli stessi valori. Veniamo tutti da background e culture diverse. Parliamo francese, italiano, inglese, portoghese. Essere femminista significa comportarsi come una sola, il mio Ceo è una donna, così come il mio brand manager, il mio product manager e così via. Siamo una squadra di donne che si sostengono a vicenda, tutti abbiamo lasciato una situazione sicura per creare un mondo che è nostro, per stabilire le nostre regole. È stimolante e dinamico. La Semaine Paris è fatto da donne per le donne. Il mio obiettivo è quello di creare una comunità in cui le donne possano condividere i loro valori, idee e amore per la vita.

Dove produci la tua collezione?
Produciamo in in Italia e lavoriamo con un'azienda in India specializzata in ricami. Proprio in India ho fatto realizzare anche l’abito per il party delle mie nozze. Lavoriamo a stretto contatto con il nostro team di produzione, parlando con i nostri fornitori, esaminando la nostra catena di approvvigionamento e la tracciabilità.

Parlaci del tuo ruolo di Unicef ​​Italia NEXTGen Ambassador: stai seguendo qualche progetto in particolare?

Mi sono unita all'Unicef ​​#nextgen qualche mese fa. Stiamo lavorando con i rifugiati siriani in Libano. 10 anni fa ho viaggiato in Libano e ho iniziato la mia azione filantropica con un altro ONG, avevo 19 anni. L'idea di supportare comunità nei loro bisogni primari è stata sempre importante per me. Sono molto sensibile. Ora stiamo lavorando su diversi progetti e sui modi innovativi per aiutare le comunità. Presto saprò dire di più.



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