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"Il Peccato": il biopic dedicato all'artista Michelangelo - Vogue

La vita di Michelangelo come non l'avete mai vista: il biopic del 2019 Il Peccato è stato girato tra le cave di marmo delle Alpi Apuane e una Cappella Sistina ricostruita in dimensioni reali, con una recitazione intensa e un'ambientazione storicamente fedele

«Non voglio vedere ritratti nell’inquadratura. Ho bisogno di gente con abiti sporchi, pieni di sudore, vomito, saliva. L’odore deve passare attraverso lo schermo e arrivare allo spettatore». Così il regista russo Andrei Konchalovsky ha apostrofato troupe e cast del suo ultimo film, Il Peccato, kolossal dedicato a Michelangelo: non un biopic, ma una visione d’autore del nostro artista. Nelle sale italiane giovedì 28 novembre, il film ha richiesto otto anni di lavoro e una preparazione meticolosa, per uscire finalmente da quella patinata rappresentazione del Rinascimento a cui tante pellicole e serie televisive ci hanno abituati. Una mole di letture di biografie ed epistolari da parte di Konchalovsky, che ha ingaggiato come consulenti importanti storici italiani, per un lavoro di ricostruzione filologica senza precedenti.

Foto dal set di "Il Peccato" di Sasha Gusov, dal libro "Michelangelo", edizioni La Fabrica, 172 pagine, 101 immagini, cm. 24 x 32, hardback, testi inglese e spagnolo.
Foto dal set di "Il Peccato" di Sasha Gusov, dal libro "Michelangelo", edizioni La Fabrica, 172 pagine, 101 immagini, cm. 24 x 32, hardback, testi inglese e spagnolo.

Le riprese sono iniziate sulle Alpi Apuane il 28 agosto 2017 e si sono concluse il 1° dicembre dello stesso anno negli Studios di Roma. La difficoltà maggiore è stata trovare cave con l’aspetto dell’epoca, non ancora divorate ma appena intaccate: dopo lunga ricerca si sono individuate sul Monte Altissimo, che Michelangelo aveva esplorato e scelto per la qualità del suo marmo.

Dopo le cave la troupe si è spostata tra la Toscana e l’alto Lazio, toccando Arezzo, Carrara, Firenze, Massa, Fosdinovo, Pensa, Monte San Savino. E ancora Montepulciano, Bagno a Ripoli, Caprarola, Tarquinia. Con importanti interventi dello scenografo Maurizio Sabatini sono state ricreate strade, piazze, cortili, osterie, mercati, palazzi nobiliari, stanze papali con i relativi arredi. A Santa Severa, sulla base di documenti d’epoca, è stato riprodotto il porto di Carrara, luogo di raccolta dei marmi. Così come si sono ricostruiti gli interni delle tre dimore del Buonarroti: la casa di Firenze ambientata nell’edificio del Bigallo, il laboratorio di Carrara e la bottega di piazza Macel de’ Corvi a Roma, dove troneggiava la statua di Mosé, pure riprodotta. La Cappella Sistina è stata duplicata in dimensioni naturali con un lavoro di tre mesi, impegnando una trentina tra scultori, falegnami, pittori, stuccatori.

Foto dal set di "Il Peccato" di Sasha Gusov, dal libro "Michelangelo", edizioni La Fabrica, 172 pagine, 101 immagini, cm. 24 x 32, hardback, testi inglese e spagnolo.
Foto dal set di "Il Peccato" di Sasha Gusov, dal libro "Michelangelo", edizioni La Fabrica, 172 pagine, 101 immagini, cm. 24 x 32, hardback, testi inglese e spagnolo.

Anche gli abiti hanno richiesto grande lavoro: 600 i costumi utilizzati, un centinaio dei quali realizzati a mano, compresi calzature e accessori, con la stessa minuziosa cura, senza distinzioni che fossero per Michelangelo o per una comparsa. Tutti ugualmente protagonisti per il regista, che al costumista russo Dmitry Andreev ha detto: «Non voglio vedere i costumi in questo film, il costumista deve essere trasparente». Fondamentali i riferimenti pittorici, i disegni, le incisioni con abiti rinascimentali. Per i personaggi del popolo linee semplici in una tavolozza di colori della terra, sfumati e neutri, per un effetto quasi monocromo.

Spegnere i colori per accendere i volti. Come quello di Michelangelo, interpretato da Alberto Testone, individuato dopo lunghissime ricerche, molto somigliante all’artista. Reso identico dal make up artist Gino Tamagnini e dalla hair stylist Desirée Corridoni, che ispirandosi al ritratto di Daniele da Volterra hanno scavato il volto di solchi, evidenziato il naso, squadrato la fronte, ingrandite le orecchie, i capelli sempre spettinati e sporchi, la barba arruffata e tagliata per metà. Come richiesto dal regista volti calpestati dal tempo e umanità autentica anche per comparse e figuranti, centinaia, trovati tra la gente comune della Toscana e del Lazio, persino tra i cavatori di professione, a comporre un presepe cinematografico, un coro antico intorno a Michelangelo.

Foto dal set di "Il Peccato" di Sasha Gusov, dal libro "Michelangelo", edizioni La Fabrica, 172 pagine, 101 immagini, cm. 24 x 32, hardback, testi inglese e spagnolo.
Foto dal set di "Il Peccato" di Sasha Gusov, dal libro "Michelangelo", edizioni La Fabrica, 172 pagine, 101 immagini, cm. 24 x 32, hardback, testi inglese e spagnolo.

Comunitaria la vita sul set italiano, nei mesi in cui il film è stato girato, così come la racconta con le sue immagini il fotografo di scena Sasha Gusov. Russo di residenza inglese, è stato convocato personalmente da Andrei Konchalovsky, con cui collabora da tempo, per fissare anche in un libro la sua visione del Rinascimento di Michelangelo. Un’epoca di volti e corpi che ancora oggi – nota il fotografo – si ritrovano nelle nostre strade: basta un abito di allora per restituircene l’autenticità. Sublime quella dell’attore protagonista Alberto Testone, personaggio pasoliniano, che insieme agli altri membri della troupe guardava con devozione all’umanità colta del regista, affascinante come un principe rinascimentale. Autore di un saggio cinematografico su Michelangelo, uomo oltre che artista, così come visto da un intellettuale russo che considera universale la nostra cultura.

Guardate tutte le immagini tratte dal film e scattate dal fotografo Sasha Gusov



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