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Megan Rapinoe: tra sport e impegno civile

Megan Rapinoe è una di quelle persone che ti infondono coraggio e fanno credere davvero che il mondo possa cambiare.

Calciatrice professionista americana, capitana della squadra OL Reign nella National Women's Soccer League e della squadra nazionale femminile degli Stati Uniti, ha vinto la Coppa del Mondo FIFA femminile nel 2019 e 2015, oltre alle Olimpiadi estive di Londra nel 2012. Nel 2019 ha anche vinto il Pallone d'Oro ed è stata nominata Migliore Calciatrice dell'anno dalla FIFA.

Idolo di tutte le ragazze del mondo che fanno sport e sognano di raggiungere traguardi importanti come lei, Megan Rapinoe è diventata negli ultimi anni anche un punto di riferimento fondamentale per la comunità LGBTQ internazionale, il movimento Black Lives Matter e le minoranze, battendosi in prima linea e utilizzando i suoi profili social con milioni di followers come piattaforme per sostenerne i diritti.

Il 10 novembre sarà disponibile in tutto il mondo la versione inglese del suo libro "ONE LIFE", pubblicato dalla Penguin Press.

In "One Life", Megan Rapinoe parla delle sue scelte di vita, delle vittorie, dei momenti difficili e della sue battaglie sociali.

Nel 2012 si è dichiarata pubblicamente gay e ha cominciato a battersi per i diritti delle coppie omosessuali.

Abbiamo parlato con lei a pochi giorni dalle elezioni americane, che mai come questa volta avranno conseguenze per il mondo intero, specie nel momento di crisi che stiamo vivendo a causa della pandemia in corso.

Le abbiamo chiesto cosa si aspetti dal libro e quale sia stato il suo obiettivo principale nel scriverlo: "Spero che la gente capisca che cerco di vivere facendo del mio meglio tutti i giorni. Che si tratti di parlare con la propria famiglia e amici o di fare volontariato in un centro per rifugiati o un seggio elettorale, spero che tutti si rendano conto di poter fare la differenza. Soprattutto in politica, a volte ci fanno credere che la nostra opinione e i nostri voti non contino, ma non è così e l'ho riscontrato nella mia vita, quando ho capito che parlare con franchezza può cambiare quella altrui. 

Sin da quando ho fatto coming out, tante persone continuano a dirmi che le ho aiutate ad amare se stesse, avere più fiducia e uscire allo scoperto - e i loro genitori a capirle meglio. Spero davvero che l'essermi esposta in prima persona possa aiutare tanti altri a non avere paura e cambiare le cose." 

Megan Rapinoe è cresciuta in una piccola città della California, in un ambiente decisamente conservativo. Com'è stato per lei essere gay e fare coming out in questa situazione? "Crescendo non ci ho pensato più di tanto. Mi sentivo diversa dagli altri ma non capivo ancora cosa significasse essere gay. La mia famiglia non ne parlava in generale, quindi neanche in modo negativo e non mi ponevo il problema. È cambiato tutto quando ho cominciato a frequentare l'università, all'improvviso tutto ha avuto un senso. Sono stata fortunata, il mio coming out è stato molto positivo. La mia famiglia all'inizio ha avuto dei dubbi perché volevano che ne fossi convinta e non stessi inseguendo fantasie altrui. Dopo un periodo di adattamento, l'hanno accettato senza problemi. Per loro l'unica cosa che contava era la mia felicità e mi hanno detto che non sarebbe cambiato nulla, perché mi amavano e non mi avrebbero mai messa in discussione. Credo il mio coming out abbia aiutato anche tanta gente nella mia città, dalle persone con cui sono cresciuta agli amici dei miei genitori ai colleghi di mia madre. Hanno capito che essere gay non è uno stereotipo quando una persona che hanno visto crescere e a cui volevano bene è uscita allo scoperto, rendendosi conto che la sua essenza non era cambiata". 

Da icona della comunità LGBTQ, Megan Rapinoe utilizza i suoi profili social per promuoverne i diritti, contro ogni forma di discriminazione. Cosa vorrebbe dire alle ragazze e ai ragazzi che lottano per accettarsi e sono bullizzati in quanto lesbiche, gay, bisessuali, transgender o di genere non-conformativo/non-binario, soprattutto se provenienti da una città piccola e tradizionale come quella in cui è cresciuta lei?: "Gli direi prima di tutto che sono esattamente chi dovrebbero essere. Sono belli, perfetti e non devono cambiare per far contento nessuno. Non tutti lo capiranno ma non è un problema loro. Gli consiglierei di entrare in contatto con la comunità LGBTQ. Forse dovranno trasferirsi in una città più grande per trovare persone di cui potersi fidare ma è importante sapere che esistono anche tanti siti web e hotlines che possono aiutarli nei momenti difficili, facendoli sentire normali perché sono normali. Specialmente di questi tempi, spesso ti fanno sentire come se fossi l'unico al mondo ed è fondamentale circondarsi di persone che ti capiscono e rispettano per quello che sei, come tu rispetti loro. Gli direi soprattuto che è importante sentirsi felici a prescindere. Cresciamo tutti in ambienti diversi e farlo in famiglie religiose e conservatrici può creare tanta confusione, ma se riesci a trovare un senso di felicità e pace dentro di te, nessuno potrà rubartele".

A proposito della questione religiosa, Papa Francesco ha scritto una pagina di storia importante la scorsa settimana, affermando in un documentario di Evgeny Afineevsky trasmesso durante la Festa di Roma che le coppie omosessuali dovrebbero essere protette dalle leggi sulle unioni civili in quanto anche loro figli di Dio, con il diritto di essere felici e avere una famiglia. Ci chiediamo se Megan Rapinoe creda che possa davvero cambiare qualcosa nell'atteggiamento della Chiesa Cattolica verso i gay: "Devo credere che possano cambiare le cose, fa parte della mia filosofia di vita e ne ho bisogno per mantenere un mio equilibrio mentale. Anche se lentamente, penso un cambimento sia in atto e voglio crederci. È questo che mi motiva e spinge a lottare. Il gesto di Papa Francesco è stato straordinario, specie se si pensa a cosa la chiesa cattolica abbia rappresentato da un punto di vista storico, preservando il suo status quo a scapito della gente, dei bambini, dei gay e delle donne. È stato un passaggio storico nel riconoscere l'umanità delle persone. Per me la questione fondamentale non è quella di ottenere un certificato di matrimonio. Ovviamente è importante poter far visita al proprio partner in ospedale, ottenere il riconoscimento legale dei figli e avere le carte amministrative in regola, ma quello che più mi ha colpito nelle parole del Papa è il fatto che abbia riconosciuto l'umanità di tutte le persone, affermando che i gay abbiano gli stessi diritti di tutti"

La battaglia sociale di Megan Rapinoe si estende anche al riconoscimento dei diritti delle donne.

Insieme all'intera squadra di calcio femminile americana, ha fatto causa contro la discriminazione attuata dalla Federazione Calcistica degli Stati Uniti nei confronti delle squadre femminili, per ottenere la parità di diritti e retribuzione. Dopo una sentenza sfavorevole emessa da un giudice federale in California che la Rapinoe ha ritenuto inaccettabile, insieme a tutta la squadra a Maggio ha presentato un ricorso che ha avuto un seguito positivo il mese scorso, ma la questione resta ancora lontana dall'essere risolta. Quali saranno le sue prossime mosse e com'è possibile che sia così difficile per un giudice capire ciò che appare chiarissimo a milioni di donne in tutto il mondo? "Sono assolutamente fiduciosa nell'esito positivo del nostro caso. Noi donne sappiamo quale sia la posta in ballo perché ne subiamo le conseguenze tutti i giorni. Non siamo solo io e la mia squadra ad essere vittime di questa situazione ed è per questo che ho fiducia, perché la situazione è evidente per tutti. Non credo che il giudice che ha emesso la sentenza possa davvero capire cosa significhi essere discriminato, in quanto a lui molto probabilmente non è mai successo. È cresciuto in un mondo fatto a sua misura, da uomo bianco ed etero. Non lo dico assolutamente in modo cattivo o dispregiativo, ma è un dato di fatto che la nostra società sia stata fondata da uomini bianchi eterosessuali che sanno sempre come trarne benefici a loro favore. Sembra incredibile o addirittura folle che una discriminazione così palese possa ancora verificarsi, eppure quasi tutte le donne ne sono vittime, in tutte le professioni. Purtroppo queste convinzioni discriminatorie sono talmente radicate che quando qualcuno osa sfidare lo status quo, per tanti è molto difficile accettare che le loro certezze possano essere scardinate. Noi donne siamo abituate a farlo perché viviamo in un mondo che ci fa mettere in discussione tutto e cerca di farci credere che le matte siamo noi. Da donna gay non ho mai dato nulla per scontato ed è per questo che bisogna credere alle donne, quando dicono che vengono pagate di meno. È semplice: o ci credi o pensi che stiamo mentendo, ma nel secondo caso devi spiegarci perché. Il giudice non sa cosa significhi essere al posto mio, ma può almeno prendermi seriamente quando cerco di spiegarglielo e poi scegliere di credermi o no".

Discriminazione, disuguaglianza sociale e razzismo sono temi scottanti nell'ambito delle prossime elezioni presidenziali americane.

Il 3 Novembre verrà eletto il nuovo Presidente degli Stati Uniti e mai come questa volta la popolazione americana è stata profondamente e dolorosamente divisa nel sostenere i due candidati. La campagna elettorale in corso ha conosciuto momenti drammatici di violenza, proteste feroci e persino interventi militari che sarebbero stati impensabili fino a qualche tempo fa.

Il tutto sullo sfondo di una pandemia globale che ha causato centinaia di migliaia di vittime negli Stati Uniti e su cui l'attuale presidente repubblicano Donald Trump e il candidato democratico Joe Biden hanno posizioni completamente diverse.

Megan Rapinoe è una sostenitrice convinta di Joe Biden e Kamala Harris, candidata democratica alla vicepresidenza.

Donald Trump ha attaccato la Rapinoe diverse volte negli ultimi anni, ogni volta che lei ha dimostrato solidarietà agli atleti di colore inchinandosi durante l'inno nazionale pre-partita o rifiutato di far visita alla Casa Bianca dopo aver vinto la Coppa del Mondo l'anno scorso, in segno di protesta contro le politiche presidenziali. Le chiediamo se pensa che Biden abbia davvero una possibilità concreta di vincere queste elezioni e quali sarebbero le conseguenze per gli americani e il mondo intero se Trump fosse rieletto: "Penso che si tratti veramente di una questione di vita o di morte questa volta. Tante persone sono state rinchiuse in gabbia al confine americano e morte a causa della politica di immigrazione dell'amministrazione Trump. La pandemia ha causato oltre 227.000 morti finora negli Stati Uniti e oltre 44 milioni di casi tutti in tutto il mondo. L'Obamacare (la riforma sanitaria introdotta dall'ex-presidente americano Barack Obama) potrebbe essere annullata da una Corte Suprema fortemente conservativa, causando la perdita di assistenza sanitaria per milioni di persone in piena pandemia. Ci sono persone che lottano per sopravvivere tutti i giorni perché il Congresso non riesce a far passare un provvedimento che si prenderebbe cura degli americani che non hanno soldi per mangiare o non possono permettersi neanche di andare a lavorare, perché potrebbero ammalarsi. Abbiamo delle forze dell'ordine che abusano, brutalizzano e uccidono continuamente persone innocenti. Se Trump vincesse, sarebbe una catastrofe per la democrazia della nostra nazione. La pandemia ha messo a nudo molte delle bugie che non solo Trump ma l'intero partito repubblicano hanno raccontato alla gente, ad esempio che non possiamo permetterci l'assistenza sanitaria, la previdenza sociale, l'istruzione e le infrastrutture. Possiamo assolutamente permetterci tutto questo ma stanno scegliendo di non farlo e la pandemia lo ha fatto capire chiaramente. All'inizio, quando c'era bisogno di trovare 2 trilioni di dollari, li hanno trovati subito. Sarà necessario aumentare le tasse e cambiare il nostro modo di vivere, iniziando a prenderci cura l'uno dell'altro invece che pensare solo a noi stessi ma dobbiamo farlo perché il sistema attuale non funziona e francamente non ha funzionato per tanti durante l'intera storia di questo paese. Biden ha un'ottima possibilità di vincere e la gente sa che ha l'opportunità di fare una scelta migliore. La pandemia è stata gestita nel modo peggiore possibile da un presidente che dice continuamente che il virus sta scomparendo, che all'inizio ha dichiarato che non era reale, che non rende le mascherine obbligatorie, non ha nessun piano strategico e non promuove né i test, né il contact tracing. Queste sono cose gravi e molto preoccupanti. Trump non ha fatto altro che dimostrare che Trump si preoccupa solo di se stesso e pensa esclusivamente ad accumulare soldi e potere. Io scelgo Joe Biden senza alcuna esitazione, non ho nessun dubbio."

Le battaglie sociali fanno da sfondo anche al brand Rɘ-inc, che Megan Rapinoe ha fondato insieme alle calciatrici americane Tobin Heath, Christen Press e Meghan Klingenberg, creando collezioni gender inclusive e una linea di accessori che sono diventate molto popolari. "Per noi è importante lavorare in maniera responsabile ed essere impegnate dal punto di vista sociale. Una di noi fondatrici è di colore e sappiamo che le donne di colore vengono spesso  sottofinanziate, quindi uno dei nostri obiettivi è quello di cambiare il modo di fare business. 

Vogliamo fare profitto ma in maniera sostenibile, con un gruppo dirigente che non abbia una struttura gerarchica classica, mantenendo la nostra leadership all'interno dell'azienda. Non pensiamo solo ai soldi e puntiamo a creare qualcosa di diverso con cui raggiungere il successo, augurando lo stesso anche agli altri brand. Non lavoriamo secondo il concetto di sfruttamento tipico del capitalismo americano, desideriamo che la gente si senta autorizzata a utilizzare la creatività, il progresso e l'arte per reinventare lo status quo non solo degli affari ma anche della vita in generale.

L'importante è che tutti possano vivere la propria vita, essere felici ed essere se stessi".



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