Chanel: la borsa a forma di bottiglia di N°5
Chanel presenta una clutch gioiello che riprende la silhouette dell'iconica boccetta di profumo N°5
La voluttà della rosa di maggio, dal petalo corposo di rubino liquefatto, l'afa intensa e calda del gelsomino nobile, visione di villaggi provenzali dalle mura in pietra, venati di verde, muschio e clorofilla. Mughetto da sposa e iris da regina, una bevanda di agrumi, scorza di arancia e limone - l'alchimia si compie grazie a fiori spremuti in bottiglia, la donna si sintetizza in un composto di aldeidi e oli essenziali. A contenere il fluido dorato, un'ampolla di vetro, flacone intagliato a guisa del diamante geometrico di Place Vendôme. Ecco, è Chanel N°5. Poche forme hanno il pregio di rivelarsi altrettanto universali, riconoscibili nel marasma di angoli e curve della creatività couturière, sorgendo dall'anonimato per imporsi come icone. Da fragranza rivoluzionaria, N°5 delinea i contorni della maison Chanel, li ingloba nelle sue pareti cristalline e ne estrae l'estetica distillandola nel minimalismo zigrinato di una boccetta da laboratorio.
Virginie Viard non lesina nell'offrire metamorfosi materiche e funzionali della piccola bottiglia, aprendo per noi una wunderkammer di metalli smaltati e ciondoli tintinnanti, di monili luminosi, dettagli di preziosità, presentando con ogni collezione una nuova e inedita reinterpretazione del flacone N°5. Per la collezione autunno-inverno 2020 2021, la scelta ricade sull'accessorio della femminilità ribelle promulgata da mademoiselle: la borsa con catena. In versione clutch, il profumo si porta di traverso sul petto, un nastro di pelle intrecciato in anelli dal colore aureo e brillante, la resina riprende la tattilità vitrea originale, ne riporta la leggerezza.
Due le versioni ideate per la stagione. Nella prima, il dualismo intrinseco del DNA Chanel si riflette in una bicromia di bianco e nero. Nella sfumatura della panna e del burro fresco, un lato rappresenta la femminilità classica, nell'idillio della sua rêverie romantica e spensierata che vagheggia l'amore indossando pizzo e nastri nei capelli. Il nero corvino dell'inchiostro e dell'ombra notturna è invece la ribellione sottesa dell'indipendenza, della ragazza che muta in donna, che non versa lacrime ma sorsi di champagne, che non ha sogni nel cassetto ma zeri multipli sul conto in banca - per lei niente cavallo bianco, ma la laccatura granitica di una carrozzeria per girare la città e conquistare il mondo.
La seconda è trasparente, vanitosa, fa sfoggio dei suoi segreti. Utopia di un impero bizantino, di una corte zarista con candelabri cinesi che illuminano tartufi, fois gras e creme dense, la clutch Chanel omaggia uno splendore perduto di gioielli reali, corone sulle teste di Caterina La Grande e Alexandra, mai posatesi sulle chiome di Olga, Maria, Tatiana o Anastasia. La croce centrale è greca, ogni lato è uguale all'altro, in pietre smaltate di smeraldo acquoso con un pistillo di rosa indiano e polline a forma di doppia CC. Circondato da una cornice di gemme magenta, il sigillo chiude un accessorio nostalgico di balli sotto lampadari Lalique, cristalli di Boemia e candele di cera d'api, di una nobiltà antica che tramanda il diamante, l'anello, la collana, in una storia di madri e figlie unite dal vincolo dell'eredità.
Noi, oggi, raccogliamo questi misteri camuffati da borsetta, ne uniamo i racconti, le speranze e le disillusioni a quel paio di jeans che ci fa sentire sicure, alla giacca che ci rende eleganti, al vestito con cui siamo invincibili. Come ogni creazione Chanel, la nuova clutch N°5 si distacca dalle etichettature, non si sente accessorio ma ha la consapevolezza di portare in sé il peso, il carico illustre, di un heritage prestigioso e intellettuale, proseguendo la missione iniziata da Gabrielle Chanel, facendoci comprendere che indossare è scegliere, che indossare è distinguersi, che indossare è esprimersi. Mi vesto, dunque sono.
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