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Euphoria: due nuovi episodi e 4 serie teen che gli hanno aperto la strada

A settembre, Zendaya è diventata la più giovane interprete a vincere un Emmy come Miglior attrice protagonista di una serie drammatica, per il ruolo di Rue nella serie HBO Euphoria. Il suo trionfo è stato la notizia della serata per varie ragioni. La ventiquattrenne ha sorpassato veterane della televisione tra cui Olivia Colman (The Crown), Laura Linney (Ozark) e Jennifer Aniston (The Morning Show). Ha vinto anche, ufficiosamente, per il miglior abito – due volte – prima in Christopher John Rogers, poi in Armani Privé. Il suo discorso d’accettazione è stato un messaggio di “speranza per i giovani”, una scintilla luminosa necessaria in un anno in cui lottiamo contro una cupa pandemia.

La sua vittoria è ancora più significativa, trattandosi di una giovane donna nera a cui è stato assegnato il premio in piena epoca Black Lives Matter, e conferma quanto Euphoria sia rilevante. Liberamente tratto da una serie israeliana omonima creata dall’attore e regista Sam Levinson, è come se la cupezza e la disperazione che permeano la serie siano fotografate attraverso un filtro Instagram, l’effetto è molto crudo e toccante, ma allo stesso tempo frivolo e stilizzato.

Euphoria non si limita a parlare di salute mentale, dell’abuso di sostanze e delle scelte sessuali dell’adolescenza – questi elementi sono la sua materia viva. Il personaggio di Zendaya, una diciassettenne tossicodipendente, odia sé stessa più di quanto il suo pubblico la ami – ed è tanto. Il cast, che include l’attrice e attivista transgender Hunter Schafer e la splendida Barbie Ferreira, è contemporaneo e rappresentativo, perché è il mondo a essere così, non perché un direttore di casting ha esplorato il menu delle diversità. Al momento, le riprese della seconda stagione sono ferme a causa della pandemia, ma HBO ha appena annunciato due episodi speciali che avranno la loro première in dicembre.

In onore di Euphoria, il perfetto esempio del potere e dell’influenza che può avere un teen drama quando coglie veramente nel segno, Vogue celebra quattro serie in grado di dare l’idea di cosa significa essere giovani.

1. My So-Called Life (1994)

Film and Television

Moviestore/Shutterstock

Una meraviglia di una sola stagione, in 19 perfetti episodi che raccontano la vita della quindicenne Angela Chase, interpretata da Caire Danes, che è innamorata di Jordan Catalano, interpretato da Jared Leto. Danes ha incarnato così perfettamente la complessità dell’adolescenza che, per molti di noi, il solo suono delle parole ‘my so-called life’ evoca quelle emozioni cocenti che solo i ricordi delle serie TV possono dare.

Per il ruolo principale era stata inizialmente scritturata Alicia Silverstone, ma i produttori l’hanno ritenuta troppo impeccabile per incarnare un’adolescente complicata. Come poi risultò evidente, Claire Danes non avrebbe potuto essere più adatta. La serie detiene un punteggio del 100% su Rotten Tomatoes e, 26 anni dopo l’uscita, c’è ancora chi spera nella seconda stagione. Claire Danes ha proseguito la sua carriera interpretando Giulietta per Baz Luhrmann, Jared Leto vincendo un Oscar per Dallas Buyers Club (2013) e attori come Wilson Cruz, che interpretava Rickie Vasquez, sono stati saggiamente ingaggiati per serie teen più recenti, tra cui Tredici (2017).

2. Freaks and Geeks (1999)

Film and Television

Moviestore/Shutterstock

Creata da Paul Feig, che ha poi diretto Le amiche della sposa (2011), questa serie, ambientata in un liceo del Michigan, vanta la produzione esecutiva di Judd Apatow, il padrino della commedia moderna, le cui credenziali includono 40 anni vergine (2005), Un disastro di ragazza (2015), Girls (2012) e Love per Netflix (2016).

Seguiamo il nerd Sam, i suoi pochi amici (i geek) e sua sorella maggiore Lindsay, che sminuisce i suoi eccellenti risultati accademici per essere accettata dagli sbandati (i freak). È una serie spassosa e scritta in modo brillante, che varrebbe la pena vedere anche solo per il cast. Freaks and Geeks ha sfornato una serie di perle di Hollywood, mettendo in luce il talento di Seth Rogen, Jason Segel, Linda Cardellini e Busy Philipps, e proiettandoli direttamente verso il grande schermo. Cancellata dopo 12 dei 18 episodi commissionati, lo show, com’era prevedibile, è diventato un cult.

3. Skins (2007 to 2013)

The Cast From Channel 4/ E4's Skins Attend One-Off Skins Party

Getty Images

Questa serie anni 2000 sulle vite di un gruppo di adolescenti di Bristol, in Inghilterra, è stata uno sporco affare. Faceva pensare agli odori delle stanze degli adolescenti, ma ha lanciato dritte verso la fama le carriere di una sfilza di giovani attori: Dev Patel, Jack O’Connell, Joe Dempsie, Daniel Kaluuya, Kaya Scodelario e Nicholas Hoult, tutti si sono fatti le ossa nel corso dei suoi 61 episodi.

La serie, come Euphoria, non ci andava piano con i contenuti. Sesso, droga, disordini alimentari e omofobia erano tutti temi affrontati in modo da risultare uno specchio realistico dell’adolescenza, ossia un periodo deprimente ma anche esilarante. MTV ha commissionato una versione americana della serie nel 2011, ma non ha funzionato ed è stata cancellata dopo una stagione. L’originale inglese, comunque, fa ancora la sua figura.

4. Gossip Girl (2007 to 2012)

Gossip Girl - 2007

Andrew Eccles/CW Network/Kobal/Shutterstock

È stata creata nello stesso periodo e per lo stesso pubblico di Skins, ma i due show sembrano scritti per due specie diverse. Questa cronaca delle vicende di una élite di giovani miliardari di Manhattan si avvicina molto di più alla soap-opera, se confrontata agli altri titoli di questa lista. Ma Gossip Girl, con Blake Lively e Penn Badgley, è davvero iconico – il suo mondo patinato e i suoi eccessi sono rappresentativi delle aspirazioni degli anni 2000.

Una delle scene più memorabili della serie del 2020 di cui tutti parlano, Emily In Paris , è quella in cui la protagonista fa amicizia con una leggendaria stilista parigina grazie alla comune passione per Gossip Girl. È il Sex and the City dei millennial e, anche se può sembrare del tutto irrealistico, ci sono delle scene nel nuovo documentario YouTube di Paris Hilton, This Is Paris, che sembrano prese dagli scarti di montaggio di GG. Perfino un decennio dopo, con Serena van der Woodsen cresciuta e madre dei tre figli di Ryan Reynolds, si possono ancora fare tour di New York a tema Gossip Girl.



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