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Pomellato Alta Gioielleria presenta i gioielli Kintsugi

Una riflessione su ciò che si può creare con quello che si ha a disposizione, su come si può rinnovare o donare nuova vita a qualcosa che appare imperfetto o persino rotto. La seconda collezione d’Alta Gioielleria di Pomellato pone l’attenzione su come un errore può trasformarsi in un’occasione. La Maison milanese ha deciso di seguire questa strada inusuale che sfida la noia: l’obiettivo è quello di rinnovare e creare nuova bellezza, con l’arte del riciclo e dell’economia circolare

Svincolata dai preconcetti di perfezione e formule prestabilite, Pomellato introduce l’antica arte del Kintsugi - da “kin”(oro) e “tsugi” (riparare) -, che ripara le porcellane giapponesi con l’ausilio di resina e polvere d’oro, per rivalutare le gemme danneggiate che diventerebbero inevitabilmente degli scarti. “Nutriamo profondo rispetto nei confronti di questa antichissima sapienza artigiana, e ci proponiamo non di creare la perfezione, ma di ottenere risultati unici ed estremamente naturali”- spiega il Direttore Creativo - “Ogni gioiello è unico nel suo genere, e sono convinto che in questa unicità si celi l’essenza della ricercatezza.”Ecco che quella sutura, quella cicatrice di puro oro, diventa un elemento décor che personalizza ogni pezzo presente in Pomellato Kintsugi: per natura i gioielli di questa capsule collection sono unici, nonché fine espressione di quel lusso che abbraccia con entusiasmo i valori della sostenibilità.

Pomellato Kintsugi
Pomellato Kintsugi
Pomellato Kintsugi
Pomellato Kintsugi

Qui sotto potete leggere la nostra intervista a Vincenzo Castaldo, Direttore Creativo di Pomellato

Come nasce l'idea di realizzare una collezione ispirata all'arte del kintsugi?

Nasce dal desiderio di portare nuovamente un pensiero anticonvenzionale nella gioielleria, dove non c’è posto per una pietra con fragilità evidenti o difettosità e dove l’idea di prezioso è tradizionalmente legata a ciò che è puro, senza macchia. Qui, grazie al kintsugi, l’imperfezione è diventata il vero punto di attrazione. 

Come avete applicato il kintsugi al mondo della gioielleria?

È stato un lavoro di squadra, rispettoso dei valori e della tecnica artigianale legati a quest’arte, il frutto di una interessantissima collaborazione e di un felice incontro tra due culture. Lavorando al fianco di Maya, una kintsugi artist, che ha utilizzato questa tecnica millenaria per ricomporre le nostre pietre, trasformandole in piccoli capolavori, uno diverso dall’altro. Questi gioielli hanno un sapore di grande contemporaneità e rimandano ad un pensiero sostenibile: dare nuova vita a queste pietre che nella loro trasformazione diventano ancora più preziose. 

Recupero, economia circolare ma anche trovare la bellezza in qualcosa che è imperfetto. Questo è la prospettiva di un futuro più sostenibile?

Credo che questi progetti possano insegnarci a trovare nuove interpretazioni di un lusso più consapevole, dove sostenibilità e creatività possano reinventarsi reciprocamente. 

Pomellato Kintsugi
Pomellato Kintsugi


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