Chi è Meena Harris, la nipote di Kamala, autrice di “Ambitious Girl”
Da quando Meena Harris ne ha memoria, c’è un aneddoto che viene tramandato da una generazione all’altra di tutte le donne forti che compongono la sua famiglia, la community, insomma, che l’ha fatta crescere. Ogni volta che sua madre Maya e sua zia Kamala si trovavano di fronte a un’ingiustizia, la nonna di Meena, Shyamala Gopalan Harris, scienziata biomedica e attivista per i diritti civili, domandava: “E adesso, hai intenzione di fare qualcosa”?
Una disposizione d’animo che ha portato tutte e tre le donne a essere ambiziose, e avere successo nella vita: Maya, avvocato, è membro anziano del Center for American Progress, direttore esecutivo della American Civil Liberties Union (ACLU) of Northern California, ed è stata consulente politica per la campagna presidenziale di Hillary Clinton nel 2016 prima di dirigere quella della zia nel 2020. E adesso Kamala (sulla cover di Vogue US febbraio) è entrata nella storia quando, il 20 gennaio, ha prestato giuramento come prima (ma non ultima) Vice Presidente donna. E Meena — che ha studiato Legge a Harvard — ha lasciato il lavoro come head of strategy and leadership di Uber per fondare la Phenomenal Woman Action Campaign nel 2017 e il 19 gennaio ha pubblicato il suo secondo libro, Ambitious Girl (edito da Little, Brown and Company).
Se Kamala and Maya’s Big Idea (edito da Harper Collins, 2020), fra i bestseller del New York Times, si ispira chiaramente ai valori che Shyamala ha insegnato alle figlie, Meena, 36, anni, spera che Ambitious Girl potrà “aiutare a ridefinire la percezione di chi può essere ambizioso, e di cosa significhi esattamente”. Meena, madre di due figlie, afferma che il primo passo per sostenere bambine e ragazze è quello di “rifiutare il presupposto che l’ambizione delle donne, in particolare di quelle di colore, possa essere tutto tranne che una cosa positiva”.
Meena ci racconta cosa pensa dell’inclusione nei libri per bambini, cosa significa essere madre e di quanto le piace cucinare con zia Kamala.
Le felpe di Phenomenal Woman Action Campaign le abbiamo viste addosso a tutti, da Serena Williams a Lizzo. Qual era il tuo obbiettivo in generale?
“Sensibilizzare gli altri sulle questioni sociali, in particolare sui problemi che riguardano le community poco rappresentate. E questo soprattutto mettendo al centro iniziative femministe per le donne di colore. Grazie a progetti e partnership dedicati alle donne trans, alle lavoratrici dell’agricoltura e alle collaboratrici domestiche, abbiamo cercato di amplificare la voce delle donne leader nelle community che cercano di rendere il mondo un posto migliore e più giusto per tutti. La moda, in particolare per le donne, è uno dei modi più personali e al contempo pubblici con cui esprimiamo noi stesse. E soprattutto in questo periodo, questa forma di espressione diventa ancora più importante”.
Cosa ti ha ispirato a scrivere libri per bambini?
“Sono mamma di due bambine black, e quindi la questione dell’inclusione e della rappresentatività sono sempre state importanti per me. Da piccola non vedevo quasi mai facce come la mia nei libri illustrati per bambini. E se è vero che le cose sono un po’ migliorate, ti faccio presente questo: nel 2018, il numero di libri per bambini con protagonisti gli animali era uguale a quello con protagonisti black, di origine latinomericana, asiatica o nativa americana messi insieme. In quello stesso anno solo un quinto dei libri per bambini sono stati scritti o illustrati da persone di colore.
“Una cosa talmente offensiva che mi sembra quasi di sentire mia nonna che dice, ‘E adesso, hai intenzione di fare qualcosa’? Ero stufa di colorare i libri di mia figlia con un pennarello marrone, quindi ho cominciato a scriverli io”.
Puoi dirci cosa ti hanno insegnato le donne importanti della tua vita?
“Mia mamma, mia zia e mia nonna mi hanno cresciuta insegnandomi a credere che l’ambizione è una cosa positiva. Mi hanno insegnato che essere ambiziosi significa riconoscere e vivere pienamente i tuoi obbiettivi: significa determinazione. Non ho mai, mai pensato, almeno finché non sono diventata molto più grande, che questa cosa potesse essere qualcosa di negativo, al contrario, era qualcosa di cui essere felici.
“Mia nonna, in particolare, è stata una figura centrale nella mia vita, una seconda madre che mi ha cresciuta. E molto di quello che sono oggi — il mio attivismo, la mia determinazione a fare la differenza, il modo in cui educo le mie figlie — lo devo a lei. E le sue lezioni di vita sono di fatto entrate nei miei libri: ‘Nessuno può fare tutto, ma ognuno di noi può fare qualcosa”, nel libro ‘Kamala and Maya’s Big Idea’, oppure: ‘Non permettere a nessuno di dirti chi sei: diglielo tu chi sei’ in Ambitious Girl”.
Ti succede mai che qualcuno ti dica: “Sei questo, o quello”, come succede alla protagonista di Ambitious Girl, e se sì, cosa hai risposto?
“Mi succede quasi tutti i giorni! E se non lo dicono a me direttamente, sento o leggo che succede alle donne a cui voglio bene e che stimo. La mia reazione, quando possibile, è mettere in discussione il presupposto che c’è dietro a queste affermazioni. Mi piace chiedere, ‘Perché l’ambizione di quella donna è una cosa negativa?’ oppure, ‘Diresti la stessa cosa a un uomo bianco?’ Costringo le persone a riflettere sui pregiudizi che le loro affermazioni sottintendono. Non ho nessuna paura a farlo”.
Perché credi che aggettivi come ‘ambizioso, ‘orgoglioso’ e ‘sicuro di sé’ abbiano una connotazione negativa, in particolare se descrivono una donna?
“C’è questo studio davvero interessante (del 2003, NdR) in cui lo stesso lavoro viene presentato a due gruppi di studenti della Harvard Business School con i nomi di due tech executive diversi: Howard e Heidi. I due autori sono identici in tutto — hanno entrambi successo, puntano in alto, sono ambiziosi in tutti i sensi — ma hanno nomi diversi. Cosa è successo? Gli studenti hanno giudicato Howard altamente competente e capace. Howard piaceva agli studenti, ai quali sarebbe piaciuto lavorare con lui. Invece, Heidi è stata giudicata competente e capace, ma agli studenti non piaceva, né gli studenti avrebbero voluto lavorare con lei.
“Dire che la nostra società è modellata dai nostri pregiudizi, consci o inconsci, in particolare negli USA, è dire poco, e questo vuol dire che spesso le donne in posizioni di potere sono spesso soggette a due pesi e due misure, ed è assurdo. E quando una donna forte come Kamala, o Stacey Abrams, o Hillary Clinton, osa esprimersi sinceramente, con coraggio, ecco che tocca il nervo scoperto del patriarcato”.
In che modo parli alle tue figlie degli argomenti che tratti in Ambitious Girl?
“Il messaggio del mio libro riflette esattamente il modo in cui parlo di ambizione alle mie figlie. Sono ancora molto giovani, ma il mio compagno e io facciamo del nostro meglio per cercare di introdurre questi valori nel quotidiano. Per esempio, a Natale mia figlia più grande mi ha chiesto cosa fa nella vita Mamma Natale. Presi dall’ispirazione del momento, abbiamo deciso di dirle che Mamma Natale è un’imprenditrice e che gestisce l’impresa di famiglia! Le mie ragazze sanno che la loro mamma è un’imprenditrice, quindi per loro la nostra risposta aveva pienamente senso. E se mai qualcuno osasse mettere in discussione la loro ambizione, la loro sicurezza o il loro orgoglio, so che non avrebbero nessun problema a mettere le cose in chiaro”.
Perché è importante per te parlare apertamente di fallimento, e di come alla fine ti aiuta a crescere, come fai in Ambitious Girl?
“È importante parlare di fallimento, perché è una cosa che sperimentano tutti, ma pochissimi sono disposti a parlarne apertamente. E quando, inevitabilmente, ti succede di fallire, magari ti senti vulnerabile e solo, quando in realtà sei in buona compagnia. Dovremmo parlare di fallimento il prima possibile nella vita, il mio compagno e io cerchiamo già ora di inculcare nelle nostre figlia l’idea che non c’è nulla di male nel provare, fallire, e poi provare di nuovo. Per me, si tratta di accogliere una sfida (o una battuta d’arresto, a seconda di come la vedi). E per farlo, bisogna anche capire che non riusciremo necessariamente a superare ogni nostro fallimento, ma che non possiamo averne paura. Solo perché hai vissuto un fallimento, non significa che tu sei un fallimento”.
Per la famiglia Harris la scorsa è stata una settimana importante: è uscito il tuo secondo libro, e tua zia Kamala ha prestato giuramento come Vice Presidente degli Stati Uniti. Quali sono i tuoi ricordi preferiti di Kamala negli anni?
“Il mio ricordo preferito più recente è, ovviamente, quando mi sono trovata su palco il 7 novembre 2020 con lei e con le mie figlie, la sera che è stata eletta Vice Presidente. Continuavo a pensare di come sarebbe stata orgogliosa mia nonna, e avrei voluto che fosse lì per vederla.
“Ma nella mia famiglia abbiamo a cuore le cose piccole tanto quanto i momenti più importanti. E fra i miei ricordi preferiti ci sono i momenti in cui stiamo semplicemente tra noi, che si tratti di mangiare insieme nel giorno del Ringraziamento o di festeggiare il nostro compleanno ‘comune’ (siamo entrambe nate il 20 ottobre, a esattamente 20 anni di distanza), cosa che, ovviamente, non siamo riuscite a fare con la pandemia. In tempi ‘normali’ ci piace molto cucinare insieme. Mia zia è una cuoca fantastica e negli anni ho imparato tantissime cose da lei. In questi ultimi mesi, ho cercato di prendermi cura di me imitando lei: staccando il telefono e divertendomi a cucinare e a provare nuove ricette”.
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Ambitious Girl di Meena Harris (Little, Brown, 2021) è stato appena pubblicato
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