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“Designers to Hire” di 1 Granary supporta la nuova generazione di talenti internazionali

“Da dove incominciamo?” risponde Olya Kuryshchuk, fondatrice di 1 Granary quando le chiedo quali siano le maggiori difficoltà con cui si scontrano quest’anno i designer freschi di laurea. L’attuale crisi sanitaria sta limitando le opportunità lavorative dei giovani di tutto il mondo, bloccando potenzialmente le carriere di un’intera generazione. Kuryshchuk procede poi a snocciolare tutta una serie di quelle che sono le più grandi preoccupazioni dei laureati: “Paura dell’incertezza e di essere irrilevanti, visti scaduti, mancanza di lavoro o di qualsiasi opportunità da freelance, assenza del supporto di una comunità con cui confrontarsi, problemi di salute mentale e poi soldi, soldi e ancora soldi”.  

Un look dell'ultima collezione di Sabah Iqbal
Un look dell'ultima collezione di Sabah Iqbal
Courtesy of 1 Granary

Per cercare di far fronte ad un mercato del lavoro così difficile, 1 Granary ha lanciato un ampio database di talenti che ha chiamato ‘Designers to Hire’. La lista è composta da laureati più o meno recenti di varie università internazionali che rappresentano una vasta gamma di estetiche, professioni e punti di vista. “Lo scopo era offrire una selezione autenticamente eterogenea e diversificata, non solo in termini di background dei creativi ma anche di riferimenti e competenze”, afferma Kuryshchuk. “Abbiamo preso in esame la profondità e la qualità della ricerca intrapresa, la capacità dello stilista di trasformare idee e concetti in un prodotto finale, la storia, la comunicazione visiva e le abilità tecniche, l’innovazione e l’attinenza culturale - tutte qualità che rendono questi designer i candidati ideali per essere assunti”.

Alcuni capi della collezione di laurea di Emma Gudmundson

Emma Gudmundson

Alcuni capi della collezione di laurea di Emma Gudmundson
Courtesy of 1 Granary

Il database è disponibile sul sito di 1 Granary e il suo lancio può essere visto come l’evoluzione naturale di ciò che Kuryshchuk e 1 Granary hanno fatto sin dall’inizio, ovvero offrire uno sguardo reale e senza fronzoli sul settore e sulle voci emergenti che cercano di affermarsi al suo interno. Oltre a dare una vetrina ai giovani designer tramite interviste e portfolio su Pinterest, il sito offre anche il punto di vista dei recruiter, articoli d’autore sulla sostenibilità e consigli degli esperti su come farsi strada nel mercato del lavoro.

La speranza è che le piccole e grandi case di moda usino il database come risorsa sia per fare scouting di nuovi talenti da assumere che per valutare le proprie pratiche di assunzione. A questo proposito Kuryshchuk ritiene che “le aziende dovrebbero lavorare più a stretto contatto con le università di moda per creare reti di supporto sin dall’inizio del percorso di un designer. Attualmente il gap tra le istituzioni che fanno istruzione e l’industria della moda è troppo grande. Visti gli sforzi che sta compiendo il sistema per creare un’inclusione autentica, occorre prendere atto del fatto che il supporto deve iniziare prima, a partire dal percorso scolastico e di formazione dello studente al fine di offrirgli opportunità vere e di ottenere l’uguaglianza nel mondo dell’arte e della creatività”.

Mollie-May Boyd: la sua ultima collezione
Mollie-May Boyd: la sua ultima collezione
Courtesy of 1 Granary

Un altro aspetto importantissimo è quello del supporto finanziario. “Non offrite tirocini non retribuiti a designer che vengono da sette anni di studi”, sottolinea Kuryshchuk. Addetti ai lavori, prendete nota: questi sono gli astri della moda di domani da accogliere e sostenere assieme alle loro idee. Siete pronti?

L'articolo è stato originariamente pubblicato su Vogue.com



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