10 film che hanno definito l’ultimo decennio
I 2010 sono stati anni turbolenti per il cinema – un decennio che ha visto l’ascesa dello streaming come ostacolo al cinema classico, la tecnologia trasformare ciò che è possibile vedere sullo schermo, e una nuova generazione di registi, soprattutto donne e persone di colore, sfidare lo status quo con opere nuove e audaci.
Con l’avvicinarsi del 2020, Vogue elenca 10 film "sconvolgenti" che hanno definito il decennio che si sta per chiudere.
1. The Social Network (2010)
Un’epopea shakespeariana durante l’era dei social media, il gelido dramma sui fondatori di Facebook che precede l’invenzione di Instagram e Snapchat. Ci ha regalato una prima occhiata nel nostro futuro digitale – un futuro gestito da ambiziosi dirigenti con poca considerazione della privacy degli utenti. Con l’aiuto dei dialoghi a mitraglietta di Aaron Sorkin, Jesse Eisenberg è perfetto nei panni del futuro miliardario Mark Zuckerberg, mentre si direbbe che il resto del cast sia un elenco della nuova generazione hollywoodiana: Andrew Garfield, Rooney Mara, Armie Hammer, Dakota Johnson. Aggiungete il montaggio dinamico di Kirk Baxter e Angus Wall e l’inquietante colonna sonora di Trent Reznor e Atticus Ross, e avrete una feroce favola sulla moralità sempre attuale.
2. Inception (2010)
La trilogia di Batman di Christopher Nolan ha ridefinito i kolossal, ma il ritratto che il regista fa del fabbricatore di sogni in questo geniale film di fantascienza è più audace. Segue le vicende di un ladro (Leonardo DiCaprio) che “estrae” segreti dal subconscio delle persone, finché non riceve il compito di impiantare un’idea nella mente di un uomo d’affari. È un thriller psicologico con le caratteristiche di un film sulle rapine, un’analisi del dolore zeppo di scene d’azione. Queste ultime sono rese possibili da effetti speciali che s’inchinano alla fisica, le quali hanno sbalordito il pubblico e che hanno plasmato il panorama dell’industria cinematografica negli anni a venire. Altro motivo della sua forza? Il finale ambiguo su cui ancora si sfornano teorie e discussioni su Reddit.
3. 12 anni schiavo (2013)
Tratto dalla vera storia di Solomon Northup, un uomo libero venduto come schiavo nel Sud anteguerra, le vicende strazianti dirette da Steve McQueen espongono gli orrori del vergognoso passato americano. Il film mette al centro dell’attenzione le interpretazioni intense di Chiwetel Ejiofor and Lupita Nyong’o, che vestono i panni di lavoratori nelle piantagioni di cotone di perfidi schiavisti. Umiliati, picchiati e linciati, sopportano l’impensabile, perché nonostante tutto c’è un enorme desiderio di vivere, non solo di sopravvivere. Il film non viene schiacciato dal suo significato storico e resta un correttivo impellente – quello che demolisce il mito sulla schiavitù che Hollywood ha propinato per decenni, da Nascita di una nazione a Via col vento.
4. Mad Max: Fury Road (2015)
Una terra desolata in un futuro post apocalittico è l’ambientazione del dinamico road movie di George Miller. Una crisi energetica ha portato al collasso della civiltà, il degrado ambientale ha reso l’acqua un bene prezioso e il leader di una setta, Immortan Joe, presiede su una città senz’anima. Ma quando la comandante di guerra Furiosa (una stoica Charlize Theron) aiuta le mogli di Joe ridotte in schiavitù a scappare, dà inizio a un’avvincente caccia tra tempeste di sabbia e canyon verso il Luogo Verde, l’ultimo pezzo di terra fertile rimasto. Il film dà vita a diversi drammi moderni, ma è la Theron a fornire anima e spinta, diventando la più grande eroina dell’ultimo decennio, un’era in cui le donne hanno avuto parecchi motivi per essere furiose.
5. Moonlight (2016)
L’affascinante racconto di crescita di Barry Jenkins è una prodezza cinematografica indipendente: un film da 1,5 milioni di dollari girato in meno di un mese, apprezzato in tutto il mondo e vincitore dell’Oscar come Miglior Film. Si sviluppa in tre atti delineando la vita di Chiron, un ragazzo di Miami che lotta con la sua sessualità. La sceneggiatura di Tarell Alvin McCraney è sobria e poetica, la colonna sonora di Nicholas Britell difficile da dimenticare e le interpretazioni di Naomie Harris e Mahershala Ali sono eccezionali. Soprattutto, è un film caratterizzato da omissioni e assenze – l’implicita perdita di una figura paterna, il peso emotivo della detenzione – che traccia un quadro complesso fatto di razza, abuso di droga e povertà nell’America moderna.
6. Scappa - Get Out (2017)
Quando gli venne chiesto se la sua opera prima fosse un horror o una commedia, Jordan Peele scherzò sul fatto che si trattasse di un documentario. Il thriller sovversivo analizza l’illusione dell’America post razziale – un progetto realizzato durante l’era Obama che ha debuttato tre giorni dopo l’investitura del Presidente Trump. Include una recitazione stellare di Daniel Kaluuya, che veste i panni di Chris, un fotografo afroamericano che va fuori città per conoscere i genitori della sua ragazza bianca. Turbato dai loro falsi liberalismi, Chris scopre che collezionano corpi di afroamericani per venderli. Sin dalla sua uscita il film è diventato un pilastro culturale, facendo diventare popolari termini come “il luogo sommerso” e dando vita a dibattiti sull’oppressione della società e l’ipocrisia del moderno liberalismo.
7. Lady Bird (2017)
La regina del genere mumblecore Greta Gerwig ha affascinato critiche e pubblico allo stesso modo con il suo debutto solista alla regia: una commedia adolescenziale malinconica migliore di come ci si aspetterebbe dalle singole parti. Saoirse Ronan interpreta la protagonista Lady Bird, una liceale idealista che si barcamena tra amicizie, uscite romantiche e faide familiari a Sacramento. Ambientato nel 2002, il film fa affiorare la nostra malinconia per la decade precedente, fatta di cellulari a conchiglia e ballate di Justin Timberlake, ma che va altresì a nozze con la propria universalità. Il risultato è una classica storia di crescita da fare invidia a John Hughes – un gioiellino indipendente con un enorme successo al botteghino che ha fatto guadagnare una nomination agli Oscar per la regia alla Gerwig (è la quinta donna in assoluto ad aver ricevuto la nomination).
8. Roma (2018)
Personale e suggestiva, la lettera d’amore di Alfonso Cuarón a Città del Messico del 1970 è un trionfo. Il film è stato girato in un bianco e nero brillante, sceneggiato in spagnolo e lingua mixteca e riempito di immagini surreali: una festa di Capodanno viene interrotta da un incendio in una foresta, un giro al negozio di mobili bloccato da una sommossa imminente. Al centro della storia c’è Cleo (Yalitza Aparicio), una collaboratrice domestica che osserva le rivolte politiche della capitale da lontano, fino a che anche la sua vita inizia a svelarsi. Dopo la vincita del Leone D’Oro a Venezia, il film ha contrassegnato una svolta per Netflix – un lancio proficuo che ha consolidato il potere e l’ascendente della piattaforma e che al contempo ha conquistato un’industria ancora poco incline alla rivoluzione dello streaming.
9. Senza lasciare traccia (2018)
L’intimo dramma familiare di Debra Granik è misterioso e allo stesso tempo convincente. Inizia in una rigogliosa foresta dell’Oregon dove un padre (Ben Foster) e una figlia (Thomasin Mckenzie) vivono in segreto. Lui è un veterano di guerra che vende antidolorifici a persone che (come lui) soffrono di disturbo da stress post-traumatico; lei è una ragazzina in cerca di una comunità. Vengono affidati ai servizi sociali e riabilitati, ma le loro ferite emotive non sono rimarginabili. Grazie a un trucco magistrale, Granik unisce diverse problematiche del decennio – l’impatto dei conflitti oltreoceano, le delusioni politiche, il problema dei senzatetto, l’incertezza in un mondo in rapida evoluzione – in una commovente critica che rende la visione difficile, ma essenziale.
10. Parasite (2019)
La disparità di reddito a seguito di una crisi finanziaria mondiale è un tema esplorato da molti nei blockbuster più eccitanti del 2019 (Le ragazze di Wall Street - Business Is Business di Lorene Scafaria, Cena con delitto - Knives Out di Rian Johnson), ma il successo di Bong Joon-ho, vincitore della Palma D’oro, mette le basi per un horror hitchcockiano. Il film racconta la storia di una famiglia che ha difficoltà ad arrivare a fine mese fino a quando non si “attaccano” a una famiglia di ricchi benefattori. Segue una sanguinolenta satira sociale piena di colpi di scena inaspettati, che espone le ingiustizie del sistema classista e le ambizioni sconsiderate di coloro che sperano di rovesciarlo. Nel suo paese d’origine, la Corea, ha dato vita a meme e si è trasformato in un fenomeno culturale, elogiato per essere sia profondo che populista.
from Articles https://ift.tt/365F8yd
Comments
Post a Comment