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Banksy a Parigi. Per 24 ore

Banksy. Basta il suo nome ormai per identificare un approccio rivoluzionario all’arte e alla società, in cui non c’è più il bisogno di emergere come singolo, ma quello che conta è esclusivamente il messaggio - politico, culturale ed etico - sempre estremamente forte, sempre fortemente schierato. Banksy, chiunque sia (forse il cantante dei Massive Attack?), vuol fare ragionare, provocando attraverso una protesta visiva che coinvolge un vastissimo ed eterogeneo pubblico, facendone uno degli artisti più amati dalle giovani generazioni. Le stesse che hanno ripreso a scendere in piazza per riprendersi il loro futuro (vedi Greta Thunberg).

La potenza delle opere dell’artista e writer inglese è da sempre amplificata dal modo in cui il messaggio viene veicolato: la sperimentazione di nuove formule fa sicuramente parte della sua ricerca ed entra prepotentemente nella sua arte. Come quando Ragazza con palloncino, uno dei suoi soggetti più celebri, appena battuto all’asta di Sotheby’s per un milione di sterline, si è parzialmente ridotto in brandelli scivolando nel tritadocumenti che era stato posizionato dietro la cornice. O quando durante la Biennale di Venezia, ha esposto “abusivamente” Venice in Oil.

Ora è il turno di Parigi. Per un solo giorno, il 1° Giugno, pare sarà possibile vedere una nuova esposizione di opere di Banksy intorno al Musée du Graffiti che la organizza, "visitabile", come riporta Vogue Paris, anche in diretta dalla pagina facebook dell’evento.

Il museo esce dal museo. Che il modo di pensare senza limiti di Banksy possa essere contagioso è più che un augurio che ci facciamo.



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