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Perché andare dal chiropratico risolve anche i dolori del ciclo mestruale

È stato addirittura pensato un disegno di legge, ma giace nei cassetti del Parlamento italiano da tre anni. Il congedo legato al ciclo mestruale sarebbe una necessità, dal momento che dati indicano che tra il 60 e il 90 per cento delle donne soffre durante le mestruazioni e questo causa assenteismo a scuola (dal 13 al 51 per cento) e sul lavoro (dal 5 per al 15).

Vale a dire, il problema non è secondario e, non a caso, è molto elevato il ricorso ai Fans, la categoria di farmaci antinfiammatori non steroidei, specifici per attenuare i dolori mestruali. Buone notizie arrivano su questo fronte del mondo chiropratico, tecnica manuale che si basa su alcune manipolazioni per ristabilire un corretto funzionamento della colonna vertebrale, che è responsabile della buona salute di tutti gli organi, tra cui quelli riproduttivi.

«Una disciplina che nasce negli Stati Uniti alla fine dell’800 e a oggi è uno dei metodi naturali più diffusi, nonché la terza professione sanitaria statunitense per numero di praticanti», spiega Thomas Rigel, chiropratico a Roma.

«La seduta prevede un’anamnesi del paziente, l’analisi della postura ed eventuali esami clinici; quindi, l’esecuzione di alcuni test muscolari ed esercizi di equilibrio, di allungamento e contrazione». Ma il clou della chiropratica sono gli adjustment, cioè le pressioni e le tecniche manuali specifiche (diverse dai massaggi e dalle manipolazioni degli altri metodi) eseguite dall’operatore.

«Nel caso della dismenorrea si interviene sul bacino, sulla zona lombare e sulla cervicale alta e si rimuove la cosiddetta “sublussazione”, che sarebbe un blocco o un disallineamento in grado di provocare anche i dolori mestruali», continua l’esperto. «Il punto focale della disciplina è che il ripristino del corretto stato muscolare è in grado di condurre il corpo all’autoguarigione, permettendo di abbandonare le terapie farmacologiche».

Certo, contano anche altri fattori di vita, come l’alimentazione e il sonno. «Consiglio di riposare su un materasso piuttosto rigido e, per supportare il collo, di alternare due cuscini durante la notte, uno più alto di piume e l’altro più duro», continua Rigel. «Meglio stare supini o sul fianco, tenendo un cuscino tra le ginocchia: da evitare, invece, la posizione a pancia in sotto perché la zona cervicale deve per forza girarsi da parte o dall’altra».

E non pensare assolutamente che lo squilibrio o il problema sia localizzato, spesso può riflettersi in un altro punto del corpo, che è corrispondente. «Oggi uno dei problemi principale più diffusi è la sedentarietà», prosegue il chiropratico. «In America si dice “setting is the new smoking”, cioè “l’assenza di movimento è la nuova nicotina” e di sicuro una della condizioni più negative della società moderna è la mancanza di attività fisica, che contribuisce alla nascita di molti disagi, fisici e psicologici».

Le sedute di chiropratica di solito sono sei-otto, ma già dopo la seconda si avverte il miglioramento.«È una tecnica molto personalizzata e che si adatta alle esigenze di ciascuno», spiega ancora Rigel. «In linea di massima è buona regola tornare un paio di volte all’anno per il mantenimento; allo stesso modo si suggerisce l’abbinamento di esercizi di stretching, un corso di yoga e pilates ma, anche in questo caso, dipende dalla situazione».

È molto importante affidarsi a un operatore esperto: in Italia il punto di riferimento è AIC (Associazione Italiana Chiropratici, info: chiropratica.it), esistente da più di quarant’anni, mentre negli Stati Uniti e in molti paesi europei, tra cui la Francia e la Spagna, è una professione che prevede il conseguimento di una laurea specialistica, dopo sei anni di studi.



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